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Visualizzazione dei post da settembre, 2007

Chicago addio...

Si, avevo già scritto un titolo simile e me lo avevano già detto che era "Lugano", ma io a Lugano non ci sono mai andato e così saluto uno ad uno i posti (o i luoghi, che non sono la stessa cosa) su cui pianto la bandierina virtuale. Tra un po' di ore sarò di nuovo su uno di quegli aggeggi che in poco tempo ti portano allegramente qua e là e tra poche ore avrò di nuovo lasciato un posto in cui non so se e quando tornerò. Magari non ci tornerò mai più, forse questa è stata la mia unica occasione di passare sulle rive meridionali del lago Michigan, un lago che sembra un mare. Ve l'immaginate lo stupore dei primi esploratori che, assaggiandone l'acqua avranno detto: "ma che strano, un mare povero di sodio, un giorno ci faremo una famosa acqua minerale...". Ok, scusate, sto uscendo un po' dal seminato, ma in fondo non c'è un vero seminato e, in fondo, a quest'ora la mente genera solamente mostri, soprattutto quando la valigia ti aspetta per esser

Avvitamenti e svitamenti

Beh, mentre ero ancora in volo speravo che il pilota di questo pezzo di ferro avesse, per quanto possibile, meno fantasia di me e, soprattutto, di molti noi. Anche perché mi sento ancora troppo giovane per fare l’ultimo viaggio. Si, lo so, qualcuno direbbe che non si è mai troppo giovani per alcuni tipi di viaggio, ma quello mio era un interesse altruistico dovuto alla presenza con me di un paio di centinaia di persone che non conosco, ma che in fondo mi stanno simpatiche e vorrei davvero che arrivassero sane e salve a destinazione. Soprattutto perché non c’è sempre un soffio di vento sufficientemente forte da sostenere il peso di ciò che si avvita o di chi si avvita. Il rischio è reale, è lo stesso motivo per cui con gli anni si impara a guardare giù e a guardare davanti. Forse lo facciamo un po’ troppo spesso, su quello potrei essere anche d’accordo, ma è un po’ quello che si insegna ai bambini piccoli, lo sapete, no? D’altra parte chi di noi non ricorda gli avvertimenti della mamma

FCO --> AZ 1020 --> MXP--> AZ 626 --> ORD

"Oh!" - direte voi - "Tutte 'ste chiacchiere di titolo solo per dire che vai a Chicago?". Ovviamente si, altrimenti non sarei io, ve l'immaginate se di colpo smettessi raccontare un comunissimo viaggio da vita di tutti i giorni come se fosse un'avventura da cui non si sa se si torna. Però in realtà anche la comunissima vita di tutti i giorni poi non è che sia così "comunissima". Ci pensavo tra ieri e stamattina, prima, durante e dopo uno dei sogni che invadono costantemente le mie notti, prima di ricevere una gradita mail dagli organizzatori del meeting. Una mail che mi confermava il programma dei voli e i relativi orari. Era un po' di tempo che non facevo una trasvolata atlantica, davvero un bel po' di anni e non so ancora se la cosa mi faccia piacere o mi incuta quell'oramai consueto timore di passare 8-9 ore su un affare di metallo che ancora non capisco come sia in grado di librarsi a qualche migliaio di piedi da terra. L'av

Repetita iuvant (?)

Grazie a Mawiapia (o per colpa sua, fate voi) mi è uscito fuori questo post nuovo-nuovo. Lo confesso, la serie di barchette ormeggiate su quella riva o banchina che sia mi ha allo stesso tempo affascinato e inquietato un po', forse sarà stata la monotona calma che mi sembrava scaturire da esse, forse perchè in fondo una barchetta ormeggiata prima o poi comunque prenderà il largo, andrà lontano o vicino a seconda delle sue possibilità, della potenza del motore o della eventuale superficie velica. Ci sono altre variabili da considerare? Probabilmente, anzi sicuramente , si. Prendiamo ad esempio una barchetta senza motore e senza vela, la variabile da considerare è semplicemente la forza che il manovratore avrà nelle braccia, la motivazione a percorrere una certa distanza e la certezza che, a meno che non si viaggi controcorrente in un fiume, la stessa forza e motivazione sarà necessaria per tornare indietro. Nel caso del motore il discorso è un po' più semplice, a meno che uno no

Intermezzo (ostriche!)

Hai ragione, Fa', gli ultimi post "culinari" alla fine hanno fatto venire fame anche a me e dovrò pormi anch'io il problema di come smaltire l'eccesso di calorie accumulate durante gli ultimi giorni. In fondo in questa stagione le uniche occasioni che non mancano sono quelle nelle quali tipicamente ci troviamo costretti, a volte nostro malgrado, ad approfittare dei piaceri della tavola. Continuo a chiedermi se sia il caso di accettare inviti di questo tipo durante tutto l'anno oppure se selezionare la partecipazione a quei periodi in cui le temperature esterne siano al di sotto dei 35 gradi. Lo sapete, no? Le solite regole formali impediscono di andare con i pantaloncini e gli infradito in alcune occasioni e quando il termometro sfiora i 45 gradi, non c'è tessuto fresco che tenga e la sauna norvegese gratuita è assicurata. Comunque alla fine è andata, ne avrei anche altre di foto, ma comincerei a condirle con il consueto sproloquio relativo alle scelte dei