
Chi ha un po' di dimestichezza con i paesaggi abruzzesi ha già capito che, come al solito, il titolo è completamente fuori contesto rispetto ai contenuti del post. Ma questa è una cosa che i pochi (ma buoni) frequentatori del mio luogo "fuori dal mondo e fuori dal tempo" hanno oramai pazientemente imparato a sopportare. Non ci sono mai stato, a Tozeur. Le uniche notizie che ho di quel posto, vengono da un po' di futile navigazione tra le pagine del web e dai racconti di qualcuno che è passato da quelle parti. Non so come siano i treni di quelle zone, ma ho sempre trovato affascinante fermarmi a guardare quelli che passano nelle vecchie stazioni di montagna delle nostre parti e che, a volte, vi si fermano anche. Mi intriga e diverte pensare a come doveva essere quasta vecchia stazione 60-70 anni fa, considerata l'importanza del relativo mezzo di trasporto, oramai quasi del tutto soppiantato dalle ben note automobili. Non credo sia cambiata molto da allora, questa foto è del 2005, ne ho scattata un'altra uguale nel 1986 e rivedendole, al di là dell'ovvio invecchiamento del soggetto seduto sul muretto, non ho notato grosse differenze. D'altra parte è ovvio, le "cose" cambiano poco, soprattutto se non danno troppo fastidio. Quelli che cambiamo, anche senza accorgercene, siamo sicuramente noi e, ve l'assicuro, in 20 anni si cambia parecchio... Si cambia anche lo spirito con cui si torna in un luogo già visto, no, non ho avuto
flashback o
deja vù improvvisi, nè importanti nostalgie del passato. Però qualche lacrima l'ho buttata lì, tanto per gradire, tanto per pensare che qualunque cosa uno abbia gettato dietro di se, positiva o negativa che fosse, faceva comunque parte di noi. Lo so, avevo detto che la fase discendente era passata, ma non mi ero sbagliato. Questa è la calma piatta prima della risalita e, soprattutto, è la calma piatta dell'acqua del lago prima che imbocchi il fiume per continuare il suo percorso (a volte mi metto a ridere da solo, quando rileggo le castronerie che scrivo...).
Commenti
Ciaoooo
Il Guru
http://ilgurudabruzzo.blog.excite.it
E comunque hai ragione, una stazione 60 a(n)ni fa racchiudeva in sè più fascino, più ignoto, più avventura e, a volte, anche più tristezza. Ora al massimo rimane la tristezza e, vista l'efficienza delle ferrovie, anche un po' di giramento di pelotas.
Posta un commento