Stormi d'uccelli neri...

Non c'è nè la nebbia agl'irti colli e non c'è nemmeno il cacciatore che fischia sull'uscio. Più che il maestrale tirava un fastidiosissimo vento di tramontana (qui ci vorrebbe una mia cara amica, conoscitrice di venti e correnti) e pare proprio che l'estate non abbia alcuna voglia di farsi vedere da queste parti. E si che più o meno dovremmo esserci, il cambio del guardaroba è oramai un ricordo lontano e penso che ognuno di noi abbia cominciato stoicamente ad indossare qualche timida maglietta con le maniche corte. Beh! Ero partito con l'intenzione di postare (che brutto come termine, ci sarà l'equivalente in italiano?) qualche foto del "mordi-e-fuggi" a Siena, ma l'umore ha fatto più cilecca del solito e non mi è riuscito di accumulare un discorso decente da associare alle immagini. In compenso il tempo di oggi si sposava molto bene con un po' di nuvolette che mi passano dentro la testa, compagne oramai inseparabili e alle quali sono anche affezionato. Sapete cosa si dice di solito, no? Che alla fine ci si affeziona alle proprie malinconie, alle proprie ansie e alle proprie paure. Personalmente non ne ho molte di paure, ma di malinconie ne ho diverse e i nuvoloni di questi giorni certo non aiutano. Perchè ho fatto queste foto? Non lo so, se devo essere sincero. Non sono un fotografo professionista, ma da quanto la memoria mi aiuta a ricordare, ho sempre girato e viaggiato con una macchina fotografica in mano. All'inizio un giocattolo, poi una vecchia Retinette del '60 (forza mano a Google e cercate di capire cos'è) e di seguito compatte, reflex russe ed altre amenità. No, non ho mai posseduto una Contax o una Leica, ma non ho mai potuto fare a meno di scattare foto per il 90% perfettamente inutili, senza schema e senza tema. Il digitale non mi ha aiutato molto, è ovvio che le nuove tecnologie ti permettono di fare centinaia di foto che puoi anche cancellare all'istante se non vengono bene. Ma ve l'immaginate uno come me che cancella qualcosa? C'è solamente un vantaggio, in tutto questo e provo a renderlo evidente in poche righe: ho almeno due scatoloni tra foto, negativi e raccoglitori di diapositive. Non ho ancora la forza e la voglia di passare tutto allo scanner, forse anche per evitare di scandagliare troppo la mia memoria, forse perchè non è ancora il momento. Il digitale invece occupa meno spazio, hai tutto su un hard disk e non ti devi affaticare più di tanto per prendere le singole foto, ridimensionarle, cambiarne i colori o la luminosità. Certo, la sostanza non cambia comunque. Il soggetto resta quello che è, le sensazioni legate all'immagine non si modificano. Le foto che vedete qui possono diventare più luminose, ma l'uccello di metallo nero resterà sempre e solo un rumoroso elicottero. Le vele sono a riva, non in mare e, soprattutto, il cielo non promette nulla di buono. Posso giocarci quanto voglio con queste due foto, ma più che provare a disegnarcelo con il pennarello, un sole, non mi viene in mente nulla per renderle più allegre.

Commenti

Anonimo ha detto…
l'equivalente di scrivere un post..potrebbe essere scrivere un intevrento..post..in effetti nn credo abbia equivalenti in italiANO.
Grazie pe la ta conslenza psicologica..sapevo che avrei potuto contare su di te,dottò:-)
Abbracci
Il Guru
Anonimo ha detto…
Ciao. Hai un blog graficamente molto bello. Quello che scrivi è triste, ma non meno bello. Puoi rendere più bella una foto guardandola con occhi diversi. A volte ci si riesce.
Anonimo ha detto…
postare=pubblicare

mi sembra la traduzione piu' giusta
il blog e pur sempre un prodotto editoriale, no?

Un abbraccio

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