Un giorno normale

Eh, proprio così, nevica dovunque tranne che da noi, alla faccia delle cime innevate dell'Abruzzo e di tutto il resto che uno si aspetta in questo periodo dell'anno. L'avete già visto questo pezzo di autostrada che collega un po' di città dell'Ontario? Si, senza neve qualche decina di post fa. E' il mio solito vizio, quando resto senza viaggiare per troppo tempo mi diverto a guardare le vecchie foto, mi diletto a navigare per le webcam dei posti dove sono già stato e guardo la neve fuori per non sentire quella strana sensazione di freddo che in alcuni momenti dell'anno si affaccia all'uscio dei miei pensieri. Eppure avevo cercato di evitare l'eccesso di "stanzialità" allungando sistematicamente i miei percorsi, facendo 20Km quando ne sarebbero bastati 7 oppure tornando a riscoprire qualcuna delle vecchie feste locali, di quelle senza orchestra e senza fuochi d'artificio. Quelle semplicemente con la consueta banda che suona le consuete musiche e che, consuetamente, ti buttano indietro a momenti passati, che allora ti sembravano carichi di incertezze, pieni di insicurezze, ma sicuramente stracolmi di sogni. Prendo un altro luogo comune dalla mia famosa collezione? Ma si, è quello che riesco a fare meglio, è quello che mi fa immaginare un brano musicale, sia esso leggero, rock, classico, bandistico o comunque altrimenti possa essere, come un'emozione improvvisa, di quelle che ti assalgono alle spalle o ti si avvicinano apparentemente innocue. Ingenuamente ti fai prendere, in qualche modo ci giri intorno e ti ci immergi completamente dimenticando tutto il resto e dimenticando anche quello che un giorno normale è in grado di regalarti, nel bene e nel male, durante il suo svolgersi, lento o frenetico che sia. L'ho fatto anche stavolta, coscientemente e consapevolmente. Così come ero perfettamente consapevole dell'effetto rebound che avrei dovuto subire alle fine di questo intermezzo festaiolo. In fondo non è andata troppo male, stavolta. L'occasione di rivedere altri posti legati alla memoria delle cose andate incontrando anche gli amici del presente è sempre qualcosa di unico nella sua ineluttabile periodicità. C'è sempre un angolo di qualcosa che non hai ancora scoperto, sia esso un angolo di un vecchio paesino di collina che pensavi di conoscere come le tue tasche o le curve di una strada che hai percorso migliaia di volte, così come a volte scopri il lato nascosto di persone che pensavi di conoscere da sempre. Ma forse è così semplicemente per un motivo banalissimo, forse è così semplicemente perchè ci sono angoli della nostra mente nascosti talmente bene da palesarsi solamente per caso, a volte, anche a noi stessi. Non c'era molto da dire stavolta, forse sarebbe stata l'occasione per lasciare la tastiera a riposo e per evitare al solito incauto lettore un labirinto nel quale forse non saprei districarmi neanche io, ma il blog s'intitola "cercate di capire". A volte non c'è "niente da capire", come diceva un noto cantautore qualche decina di anni fa, ma voi che mi leggete siete amici (o almeno lo spero) e riuscirete anche a perdonarmi per questo, vero?

Commenti

Anonimo ha detto…
non hai niente da farti perdonare. a proposito di bande, di feste e ricordi. mi ero dimenticata del carnevale. qualcuno me l'ha fatto ricordare. il carnevale. che qui non c'e'. mamma.
Anonimo ha detto…
Si, ha ragione mawiapia, qui non c'e'... Ah, che nostalgia di frappe e castagnole e stelle filanti... ma anche si tutte le fantastiche, meravigliose sagre paesane, da quella delle castagne a quella della pappardella a quella della polenta...tutte annaffiate da generoso vino e allietate da una giusta compagnia...
Anonimo ha detto…
carnevale non l'avete,però avete ALLOUIN.
Grande Doc
Anonimo ha detto…
daygha:mah...chissa' xke' quegli strumenti musicali....cmq NIENTE DA CAPIRE la canta il mitico FRANCY!
CIAOOOOOOOOO

Post popolari in questo blog

Indeterminazione

First we take (a) Manhattan...

Polvere...