Forse...
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Non è stato malvagio il rientro da Barcellona, anche se quella città mi ha lasciato, nelle pochissime ore vissute "da turista" un non so chè di incompleto e vuoto. Sarà forse il fatto che ho scoperto alcune cose importanti quando oramai non avevo più il tempo di rivederle una seconda volta, sarà forse per via della stanchezza che a volte mi assale in questi viaggi o forse semplicemente a causa di una ben conosciuta mia incapacità nel comprendere alcune sottili sfumature che le menti artistiche riescono a discriminare e interpretare da maestri in quello che creano o che descrivono.
Non c'entra nulla con l'arte, ma mi era venuta in mente una frase di una canzone di Mark Knopfler, quando ho visto le catenelle che vedete riprodotte nella prima immagine. Poi ho chiesto lumi ad una amica che aveva deciso di farmi compagnia per quella mattinata. Un'amica che vedo al massimo ogni 8-12 mesi e sempre in queste simpatiche occasioni, dal momento che condividiamo la stessa odissea
lavorativa, anche se in regioni quasi geograficamente opposte di questa nazione. Sì, perchè io continuavo a trotterellare con la mente intorno alla frase di Knopfler e lei, ovviamente ben documentata e preparata, mi spiegava pazientemente che quelle catenelle appese rappresentavano la maniera con cui Gaudì progettava alcune delle sue opere e, forse, quella in assoluto più famosa.
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Chi mi conosce bene starà allegramente rotolandosi sul pavimento dalle risate, per una serie di motivi tra cui il più importante è rappresentato dalla mia nota e cronica incapacità di capire alcunchè di relativo alle arti, soprattutto figurative... Allora perchè mi hanno colpito le catenelle? Perchè non avevo mai pensato che si potesse progettare qualcosa al contrario, o forse non l'avevo mai realizzato. Così come forse non avevo mai realizzato che alcune delle cose che mi sono andate bene, sono in realtà partite da contesti sostanzialmente negativi.
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Ah, qual era la frase di Knopfler? Questa: "... when you can fall for chains of silver, you can fall for chains of gold...". Lo so, non c'entra nulla, ma le catenelle appese mi hanno "triggerato" (lo so che non si può dire, ma lo dico lo stesso, "il blog è mio e lo gestisco io") una serie di associazioni strane e ripetitive. Ma l'interpretazione del pensiero non è cosa mia. Lascio il compito agli addetti ai lavori, la prossima volta farò un'altra casetta, magari al mare, magari con un'alba invece di un tramonto...
Commenti
M@
La notte sta finendo e il nuovo giorno spero porti via gli incubi che mi hanno fatto piangere fino ad ora...
E' da tanto che non ti leggo...un pò mi manchi :-)
TheSwon
Quando sono appese, le linee di forza sono tutte di trazione, per cui, considerando il fatto che le catene non hanno resistenza a compressione, esse si dispongono in modo tale da non avere punti sollecitati a compressione.
E l'unica forza agente nel 'sistema' è quella di attrazione gravitazionale.
Una volta che hai ottenuto questo modellino, se costruisci un manufatto interamente in pietra (che resiste davvero poco a trazione) seguendo le linee di carico tracciate dalle catenelle, otterrai una struttura interamente sollecitata a compressione, come tutte le chiese o gli edifici antichi.
In questo modo, i pericoli di crollo legati a zone che improvvisamente sono sottoposte a trazione, sono molto remoti.
Questo colpo di genio di Gaudì è stato poi seguiti da altre figure importantissime nel campo dell'ingegneria/architettura (in questi casi penso si possa parlare di fusione tra le due discipline).
Un nome che mi viene subito in mente è quello dell'altrettanto geniale Otto Frei.
Scusami per il mio 'primo-commento' un po' prolisso (e invadente direi!) nel tuo blog, ma il mio 'lavoro' si è impossessato di me :)
Ah, complimenti per il blog!
Per quanto riguarda le catene, le associo alla gabbia in cui ora è chiuso il mio cuore e le spade che lo trafiggono. Sicuramente il tizio non intendeva questo quanto le ha...ehmm...progettate?!
HAL
mi chiedo se, e quante volte, è capitato nella vita ...
fantastico, grazie Try!
@uè Nemo, che bello trovarti qui
@ciao anche al MioProfumo
scusa per l'usurpaggio di spazio
:-P
odddiobbbono non riesco a mettere le lettere giuste!
4° tentativo
^_^
M@
E' un piacere rileggerti, theswon, non mi ero dimenticato di te, soprattutto perchè ricordo bene chi abbiamo conosciuto a suo tempo. Non sparire di nuovo, eh!
@ Nemo, sono un noto ciuco in fatto di arte/architettura, ma le tue spiegazioni sono state provvidenziali e graditissime, davvero. Per quanto riguarda il blog, beh, lì sei troppo magnanimo, io tento solo di buttare in rete quello che mi viene in mente e, a volte, il risultato è *un po'* sconcertante. Le tue strisce "pensate e pensanti", invece, sono davvero interessanti :)
@ ilmioprofumo: noi abbiamo sempre un negroni in sospeso (e io una seduta di fitness :D), purtroppo dalla spagna ho riportato solo antibiotici e un po' di ulteriore knowhow, ma con quelli non ci si tira su (almeno credo...).
@ mami: il bello (e a volte il brutto) delle cose è che possono assumere aspetti e significati diversi (ovviamente parlo per me) anche semplicemente spostandosi un po', riosservando il tutto da più lontano, cogliendo anche particolari marginali ma formidabilmente essenziali, a volte...
Beh, ne ho sparate tante anche oggi, vado a concedere un po' di tregua al mio neurone matto, sperando di azzeccare la "verifica parola" al primo colpo...
L'asinello capo-cordata (si usa tanto questo termine, in questi giorni) lo posso benissimo fare io, eheheh!
Ti ringrazio per i complimenti sulle mie strisce... li apprezzo molto :)
"lui ha utilizzato/pensato gli elementi strutturali in modo da farli diventare decorativi, dove interno ed esterno non hanno più significato"
è così?
Try, tu che l'hai visto, confermi?
La accendiamo?
:°D
M@
Invero (come suona aulico, eh?) dovrei documentarmi abbastanza. Penso non appena avrò inventato una macchina-moltiplica-tempo o qualcosa con cui clonarmi :)
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