Tempo a rendere...

Stavo ripensando alle feste quasi passate, ai dolciumi ingeriti, ai saluti e agli auguri fatti. Si, lo so, è un gioco da rompiballe il pensare alle cose andate e alle sensazioni già provate, si, perchè gli ottimisti, i costruttivi e, forse, i vincenti, guardano avanti, non indietro... Chissà perchè pensavo a questo, sarei un ipocrita se dicessi che non faccio un lavoro che mi piace e mi appassiona, lo sarei altrettanto se dicessi che sono insoddisfatto di quello che ho attorno. Davvero non ho motivi per lamentarmi, però lo sapete tutti com'è fatto l'Homo sapiens, vero? Ci può andare tutto bene, possiamo essere al meglio della forma, al meglio dello stato mentale, ma qualcosa di cui lamentarci la troviamo sempre, è una droga, di cui nessuno di noi forse sa fare a meno.
Stavo riguardando un po' di foto, oggi. Le solite foto dentro lo scatolone, quelle che lascio lì e non ho il tempo nè il coraggio di passare allo scanner e pubblicare, quelle che in parte sono anche in bianco e nero, anche quelle nelle quali sono ancora in un'età nella quale la mia unica preoccupazione era di non essere lasciato solo e al buio, di poter passare le manine al collo di chi mi teneva in braccio e di avere abbastanza latte e biscotti dentro il contenitore apposito. Vedete? Alla fine son riuscito a rovinare anche un'immagine che in genere dovrebbe essere tenera e rassicurante, positiva, ottimistica. Beh, in realtà lo è, ci pensavo un paio di giorni fa, ci pensavo quando leggevo le solite retrospettive dell'anno vecchio. Quali retrospettive? Le solite, no? Quelle carrellate televisive in cui vengono ripercorsi tutti i momenti importanti, gioiosi e non, dell'anno che sta per finire. Sì, quelle sequenze in cui spesso si tende a ricordare principalmente gli eventi più tristi e più angoscianti, forse per sperare che il nuovo anno possa essere più bello del precedente. No, non ci credo più tanto, non mi illudo che l'anno nuovo sia meglio e del precedente e non mi preoccupo che esso possa essere peggio, in fondo la sequenza temporale è continua, le interruzioni ce le mettiamo noi, tanto per darci un termine e un inizio, dimenticando a volte che di inizio ce n'è uno solo e la fine è anch'essa unica. Riguardo un po' meglio la foto in cui ero *un po'* più giovane, non ero male neanche allora, vero? Ci avete mai pensato ad immaginare una foto "infantile" di un noto premio Nobel, di un famoso attore, cantante o calciatore, di un celebre pianista o, perchè no, di qualche temuto capo di organizzazione criminale organizzata? Si, forse la realtà è quella, da piccoli siamo tutti molto simili (non "uguali", sarebbe un po' triste, no?), il tempo che passa ci modifica costantemente, giorno dopo giorno. Abbiamo sempre la possibilità di cambiare in meglio o in peggio, ma cambiare in meglio richiede uno sforzo notevolmente maggiore, perchè maggiore è la difficoltà di far dimenticare agli altri e a noi stessi i momenti in cui siamo stati "peggiori".
Chissà com'era la foto del pescatore del molo Nord da piccolo? Secondo me aveva già la sigaretta in bocca e già rompeva le scatole ai bimbi vicini che si preoccupavano per qualcosa...
Buon 2009 a tutti, lo so, mi contraddico, il tempo è una misura continua, non ha inizio e non ha fine, ma di qualcosa dobbiamo anche illuderci, no? Comunque non ve lo dico cosa c'era dentro le pentole, oggi so' dispettoso.

Commenti

Anonimo ha detto…
ma si vede dal cucchiaio sporco di sugo.
try to understand ha detto…
... acuta osservazione...
Ma sarà ragù? Sarà tonno? Sarà sugo finto? Chissà :-)
Elena ha detto…
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Elena ha detto…
Mi è piaciuto molto questo post...vorrei fare qualche commento intelligente, ma non ne ho..però..rifletto..tempo che scorre e che ci "differenzia"..bell'immagine
un bacio

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