Avvitamenti e svitamenti
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Comunque far passare tranquillamente le 10 ore che mi separavano da questa amena destinazione non era cosa facilissima, con gli anni il sacro timore che ho dei cieli al di sopra delle nostre teste è andato aumentando e, ovviamente, come tutte le cose negative che ci portiamo
dietro, non potrà che ulteriormente peggiorare. Stavolta ho usato un sistema diverso per non pensarci, soprattutto quando i minischermi davanti ai sedili fornivano informazioni tecniche invece delle solite polpette a base di film visti e rivisti e/o di messaggi pubblicitari più o meno occulti. Ho usato un sistema relativamente semplice che consiste nel portarsi dietro un discreto quantitativo di fogli bianchi da riempire con tutto quello che viene in mente. Bene, non so se terrò quei fogli con me, forse li butterò via con il loro contenuto di periodi completi (qualcuno è scritto già qui), elementi di brainstorming dilettantistico (Covey, perdonami!), qualche scarabocchio riepilogativo, e un discreto quantitativo di frasi sconnesse legate alla mia vita o a quello che mi veniva via via in mente. Per fortuna il tizio che sedeva vicino a me non era italiano e, ancor più fortunatamente, beato lui, è riuscito a farsi almeno 7 ore di sonno infischiandosene del tutto dei pasti (e ha fatto anche bene!), di quello che le solerti e indaffaratissime hostess offrivano di tanto in tanto e persino delle
hostess stesse. Solito finale, comunque, con la riduzione della velocità, l'apertura del carrello e degli ipersostentatori e tutto il resto di un atterraggio perfetto come quasi tutti gli altri. Mi hanno detto che in fondo il pilota c'entra poco, che oramai fanno tutto gli strumenti di controllo. Io non credo che sia così, continuo ad essere convinto, e forse è questa è una parte delle mie paure, che almeno per qualche momento la vita di noi ignari paasseggeri dipenda totalmente da chi ha le mani sugli strumenti. E non c'è niente di più fallace del giudizio e del pensiero umano.
Comunque dai, non disperate. I fogli sono qui con me, non dovrò fare altro che ripetere il solito rito della catalogatura, scannerizzazione e conservazione di ciò che ho scritto, immaginandone un giorno una rilettura possibilmente più serena.
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