Bilanci (2)
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Al di là delle considerazioni storico-religiose-sociali, il periodo perinatalizio ha sempre qualcosa di sicuramente profondo e per certi versi destabilizzante. Sarà perchè nei ricordi legati all'infanzia ci sono sempre l'alberello, il presepe e i regali che si attendono con ansia, che si scartano con trepidazione e che si ammirano con gioia e, a volte, con un po' di delusione. Si, delusione, perchè non sempre quello che avremmo voluto ricevere ci appare sotto la carta multicolore e fiocchettante tipica di questi momenti. Sarà forse perchè nessun Natale è uguale a quello precedente, un po' come accade nei compleanni, negli anniversari e nelle occasioni "annuali" in genere. Però, nel bene e nel male ricordiamo un po' di tutto, ricordiamo il colore delle tovaglie, tremendamente kitch a
volte e, come sempre, ricordiamo ciò che la memoria dimentica con più difficoltà, cioè i sapori, i colori, le sensazioni termiche e, soprattutto, gli odori. Ero in un malefico centro commerciale qualche ora fa, non per scegliere i regali e neanche per la spesa relativa al pranzo o alla cena. Ero lì semplicemente per guardare l'affannarsi di chi, in fondo gioiosamente o nervosamente, cercava le ultime cose da comprare, gli ultimi oggetti da regalare e qualche diavoleria da portare in tavola per sorprendere i parenti e/o gli amici. Si, era uno di quei momenti in cui andare a scrutare i volti per carpirne le sensazioni, i carrelli per prevederne l'utilizzo, le voci per misurarne il nervosismo o l'ansia o la gioia. Non avevo fatto i conti con i profumi e non avevo fatto i conti con il fatto che i centri commerciali sono tutti maledettamente uguali in questo periodo, da quel punto di vista. L'odore delle paste, delle bevande e degli altri dolciumi è uguale qui, in Europa e nel Nordamerica. No, non ci avevo pensato in tempo e l'impatto è stato leggermente traumatico, forse perchè non avevo avuto il tempo di prepararmi adeguatamente ad esso. Però a tutto c'è rimedio e, per fortuna, tra le più grandi invenzioni dello scorso secolo ci sono stati i telefonini, le autostrade e le automobili. Si, perchè c'è sempre qualcuno che ha un camino, c'è sempre qualcuno che compra le salsicce per tempo e c'è sempre qualcuno che ha messo una pentola di brodo sul fuoco per almeno un paio d'ore. Qual è il nesso? Non c'è, c'è solo qualche considerazione
da fare. Ci sono momenti in cui è bello rivedere foto, ascoltare voci e sentire odori e suoni che ti fanno tornare indietro di anni pari (per me) alla metà della propria vita. Ci sono però momenti in cui è meglio andare un po' più indietro, un po' più lontano e un po' più in anni in cui le immagini diventano sfumate, i suoni diventano meno nitidi, magari assomigliando ai carillon che si caricavano a mano, ma gli odori e i sapori divengono terribilmente più intensi e tornano alla memoria senza alcuna associazione perticolarmente evidente, se non con quella sensazione che a volte è gioia, a volte è malinconia e, più spesso, è qualcosa di indefinibilmente struggente e sfuggente allo stesso tempo. Sfuggente come a volte lo è qualcuna delle cose che avremmo voluto non perdere. Ognuno di noi ne ha qualcuna, no?
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Stavo dimenticando qualcosa, ma rimedio subito. Nei pochi anni di vita di questo blog, non ho mai scritto un post natalizio e non so come si faccia. Lo so che è scontato, è retorico ed è anche un po' fuori moda, però lo dico lo stesso: Buon Natale a tutti voi che, nonostante tutto, una visita da queste parti la fate (spero) volentieri...
Commenti
Buon Natale e un bacione!
Elena
Stando qui da sola ho capito che il Natale vero è quello che ci portiamo dentro: le strenne, il sapore delle tradizioni, il calore della famiglia, il gomitolo di strade della nostra vecchia città. Nessun centro commerciale può rimpiazzare tutto questo.
Un abbraccio!
Moya
MI PIACE il tuo blog
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