Ingresso o uscita?

Ho sempre avuto un po' di timore nel guardare le gallerie, eppure non soffro di claustrofobia. Ne ho presi tanti di treni, ne ho passati tantissimi, di tunnel, ma guardarli dall'esterno mi fa sempre uno strano effetto, così come mi fa effetto il fischio del treno, un misto tra serenità e tristezza, voglia di partire e nostalgia di averlo fatto.
Come al solito, so di dire cose scontate, luoghi comuni. La galleria come luogo oscuro, sconosciuto. Il treno come metafora del viaggio, del cammino, della partenza e del ritorno. O del non ritorno.
Comunque la foto era a colori, ma l'ho modificata in scala di grigi. Perchè? Forse perchè il bianco e nero è il colore del passato, forse perchè (altro luogo comune) il bianco e nero è il colore dei ricordi oppure solamente perchè la mia testa mi ha detto di fare così, in questo momento. Al di là di tutto questo, la quantità di ricordi e di sensazioni che anche uno sterile e per certi versi semplice manufatto umano strumentale solamente all'attraversamento di una montagna può generare, ha dell'incredibile. Forse sono io che vedo tutto questo in un buco sulla parete di roccia di un versante appenninico? Spero di no, altrimenti comincio a preoccuparmi...
Ah! Quasi dimenticavo. C'è una risposta alla domanda riportata nel titolo? Cos'è questo, un'ingresso o un uscita? O semplicemente un passaggio?
Sorrisi (un po' bui, ma solo per poco)

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