In vino veritas
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Però alcune cose, per quanto ottimizzate, richiedono comunque attenzione e pazienza e fanno un po' riscoprire l'importanza del rispetto dei ritmi naturali, la calma dell'attesa e la soddisfazione per il risultato (quando arriva...).
E' un peccato, però, che le vecchie botti di legno siano state sostituite da queste nuove invenzioni d'acciaio, forse più facili da pulire, non soggette all'ammuffimento e ad altri guai tipici del rovere o della noce. Però, in fondo, ben poco è cambiato nelle piccole cantine dove qualcuno ancora produce in proprio e per la sola soddisfazione di farlo. La fine dell'attesa ha sempre qualcosa di magico, anche nella freddezza dell'acciaio e nella scarsa espressività dei muri smaltati. In fondo l'essenza, cioè quello che vedete dentro il bicchiere, ha esattamente lo stesso sapore di 20-30 anni fa, quando in questa cantina le botti erano di legno e qualli come me erano molto più "piccolini". Allora assaggiavamo il "prodotto" bagnando il ditino nel bicchiere dei nostri padri. Ora lo assaggiamo tutti insieme, con un po' di nostalgia per quando eravamo più (come si dice?) veri e sinceri, meno avvezzi alle falsità che siamo costretti ad imparare (ma non a praticare, si spera) oppure semplicemente più ingenui.
Un brindisi a chi passa di qui, che porti un po' di fortuna!
Commenti
Sono dispiaciuto per la tua malinconia, spero che passi o che almeno si attenui un po' con la fine di questa giornata.
Il bacio sulla fronte va bene lo stesso?
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