Reti e sistemi
No, no! Non è un post dedicato alle problematiche relative ai problemi di interconnessione tra i sistemi digitali... Quelle di cui parlavo nel titolo sono reti "vere", invece la parola "sistemi" mi sembrava semplicemente carina come abbinamento (lo so, l'ospedale psichiatrico qui vicino ha ancora posti liberi).
A qualcuno è mai capitato di provare invidia per i pescatori, i contadini e, in genere, per tutti quelli che sono costretti in qualche modo ad obbedire al corso naturale degli eventi e alle condizioni climatiche? E' vero che anche qui è diventato tutto molto organizzato e automatizzato, ma qualcuno che "va a mare" in maniera tradizionale c'è ancora. Così come ci sono ancora quelli che riparano le reti (da pesca) e che, solitamente, sono gli anziani che non possono più andare sui pescherecci. Non ne ho fotografati, anche perchè non amano essere ritratti, ricordo ancora un episodio, quando uno di loro mi disse, con il tipico linguaggio colorito che ovviamente non riporto, che la foto per la tomba non gli serviva ancora. Però mi piace fermarmi a scambiare 2 chiacchiere con qualcuno di questi uomini "ex" di mare, ma che sono oramai costretti a terra. E' impressionante come siano ancora attenti alle differenze di colore del mare e del cielo, come conoscano ancora benissimo i venti che indicavano qualche repentino cambio di condizioni meteorologiche e, infine, come sappiano riconoscere anche quegli odori che possono far prevedere l'arrivo del bello e del cattivo tempo. Qualcosa, forse molto poco, sono riuscito ad imparare anch'io, ma una cosa mi ha stupito più di tutte. Quando ho chiesto ad alcuni di loro se si sentissero un po' malinconici per essere destinati a rimanere a terra, nessuno di loro si è intristito, anzi, sono stato quasi guardato con meraviglia e la risposta, variabile solo nel tono di voce o nella più o meno "stringenza" del nostro dialetto, è stata più o meno questa: "non mi hanno mica segato le gambe? Non vado a mare, ma cammino ancora". La frase, detta in italiano, non renderà mai l'idea, io spero invece di non dover aspettare altri 30 anni per capirne il significato...
Commenti
penso che ognuno di noi è un bravo contadino quando è se stesso.
Spero che il tuo post non sia:"beati voi fessi che non capite niente"
Personalmente sono io ad essere convinto di avere ancora molto da capire, in questa vita. Essere se stessi è una delle cose più difficili da fare e io non sono ancora un bravo contadino, pur continuando a "zappare la terra" cercando di stancarmi il meno possibile...
Lia, hai solo la tosse o anche la febbre? Lo so che è una domanda indiscreta, ma a volte mi scappa la mano sulla tastiera...
Sorrisi diagnostici
Sorrisi aviarii
secondo me non essere se stessi è impossibile. Forse è la fuga da se stessi che descrivevi ma l'accettazione del dolore è quello che fa del contadino il contadino.
Scrivo riflessioni personali.
In un certo senso quest'inquietudine che viviamo ci fa essere del nostro tempo.
Sorrisi mutevoli
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