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Visualizzazione dei post da aprile, 2006

Don't say a word...

Sapete cos'è la psicologia comportamentale, vero? E' quella cosa che vi permette di stare in una piazza affollata o vuota se soffrite di agorafobia. E' quella cosa che dovrebbe farvi sopravvivere al blocco dell'ascensore, se soffrite di claustrofobia. Oppure quella cosa che potrebbe addirittura farvi toccare una tarantola, anche qualora siate affetti da aracnofobia... Ecco, io sono aracnofobico e mi è costata molta fatica recuperare l'immagine che vedete e piazzarla qui. Mi sono fatto una violenza incredibile, ma è stato necessario. Curioso, vero? La necessità è data dal vecchio concetto del "chiodo scaccia chiodo" e tutto è nato dopo che una cara amica ha deciso di farmi un regalo. E' stata molto gentile e carina a ricordarsi di me, soprattutto perchè, per una serie di motivi, riusciamo a vederci ogni 2-3 anni circa, ma il regalo che ho ricevuto, anche se estremamente gradito, ha avuto l'effetto di buttarmi un po' troppo indietro nel passato

El silencio de la noce

Anche oggi la voglia di scrivere non era un granchè, ma avevo lasciato il mio blog incustodito per troppo tempo e non mi andava di farne passare troppo altro. Che strano, però. In fondo non siete in molti a leggermi e tuttavia sento la necessità di mandare un qualche segnale relativo alle mie impressioni o semplicemente relativo a quello che mi passa nella testa in questo momento. Sono consapevole di aver cominciato questa storia senza troppa convinzione. Ho iniziato a scrivere per me stesso, per buttare qui un po' di sensazioni e di impressioni. Per scrivere frasi, a volte senza senso, che potessero in qualche modo darmi, fra qualche anno, la misura di quello che penso oggi. Oggi, appunto. Il futuro di ieri e il passato di domani. Una fessura temporale che in qualche modo dimostra la mia stessa esistenza, un piccolo dettaglio, la consapevolezza che il fatto di esistere mi permette anche di decidere in che modo possa vivere questa mia vita. Lo so, è un argomento trito e ritrito, è

TOTAL Despair...

Ci sono momenti in cui vorresti dire un mare di cose, rabbiose, disperate, tristi, rancorose, vendicative, accusatorie, comprensive, consolatorie, forse solamente vane, ma ti rendi conto che gli altri ne hanno dette e ne diranno ancora di più. Le tue parole non aggiungerebbero nulla in termini di significato, probabilmente andrebbero solo a riempire il consueto calderone di cui ci nutriremo tutti, o quasi, nei prossimi giorni. No, non c'è molto da dire, non ce n'è la forza, non ce n'è la voglia. Questa volta il testo non andrà lontano dalla fotografia che, come al solito, non c'entra quasi nulla con il titolo del post. O forse si, dipende da quello che ci vedete, nella foto. Dipende da dove collocate il paesaggio, della foto, quaggiù, lassù, dovunque altro vi venga in mente... dove forse possono esserci solo bambini.