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Visualizzazione dei post da 2007

Bilanci (2)

Si, lo so. Ho già scritto un post con questo titolo, un po' di tempo fa. Erano altri momenti e c'erano altre condizioni e stati d'animo, non era neanche il momento giusto dell'anno. Neanche oggi è il migliore dei momenti per farlo, perchè la fine dell'anno è ancora sufficientemente lontana, ma preferisco farlo ora per non perdere l'attimo fuggente dell'ispirazione a scrivere delle cose che inesorabilmente dimenticherei tra 2-3 giorni. Al di là delle considerazioni storico-religiose-sociali, il periodo perinatalizio ha sempre qualcosa di sicuramente profondo e per certi versi destabilizzante. Sarà perchè nei ricordi legati all'infanzia ci sono sempre l'alberello, il presepe e i regali che si attendono con ansia, che si scartano con trepidazione e che si ammirano con gioia e, a volte, con un po' di delusione. Si, delusione, perchè non sempre quello che avremmo voluto ricevere ci appare sotto la carta multicolore e fiocchettante tipica di questi mo

Manicotti & manicaretti

Sapete una cosa? A volte mi lego ad alcuni oggetti della mia vita, come se fossero parte di me. Avevo un vecchio pandino anch'io, forse ve l'ho già detto, non l'ho mai buttato, nonostante i suoi 450.000 Km, ma non ancora ho il coraggio e la forza di estrarre le foto relative e di gettarle in questo calderone. Un po' forse mi aiuta il fatto che si tratta di foto "normali" e, come è noto, la mia pigrizia mi impedisce di passarle allo scanner. Quindi mi accontento di esibire il mio attuale bolide, una fiammante Marea TD100 color oro del 1996 che mi ha riservato non poche gioie e non pochi altrettanto dolori, a volte una vera "marea" di guai. L'ultima avventura, in ordine di tempo, è durata diversi mesi e mi stava quasi portando sulla via del concessionario per l'acquisto di una vettura nuova, però mi dispiaceva il fatto di separarmene o, più probabilmente, mi dispiaceva mettere mano al conto in banca. Cos'è successo, vi chiederete, di così d

Peperoni arrosto...

La notte porta consiglio? A volte si, a volte no, dipende da diversi fattori, alcuni ponderabili e altri molto più eterei e impalpabili, altri più concreti, come ad esempio il contenuto delle varie cene. Mi è accaduto qualcosa di strano proprio alcuni giorni fa. Stavo facendo le canoniche quattro chiacchiere con un amico, proprio quello che ci voleva per iniziare la giornata. Il posto non è un granché, ai margini di un parcheggio a pagamento in una via quasi centrale della mia città. Non ricordo di cosa si stesse parlando, forse semplicemente del più e del meno, uno di quei discorsi in cui non dici quasi nulla, ma che ti aiutano a mantenere in essere il tessuto dei residui rapporti sociali. Una cosa mi colpì all'improvviso, era un tizio che smanettava con un lucchetto sotto il sellino di una bici. Che roba, pensai, quel disgraziato sta cercando di rubare una bici per rivenderla a poco prezzo, magari per un po’ di generi alimentari o per una dose di chissà che. Non mi sono accorto

Chicago addio...

Si, avevo già scritto un titolo simile e me lo avevano già detto che era "Lugano", ma io a Lugano non ci sono mai andato e così saluto uno ad uno i posti (o i luoghi, che non sono la stessa cosa) su cui pianto la bandierina virtuale. Tra un po' di ore sarò di nuovo su uno di quegli aggeggi che in poco tempo ti portano allegramente qua e là e tra poche ore avrò di nuovo lasciato un posto in cui non so se e quando tornerò. Magari non ci tornerò mai più, forse questa è stata la mia unica occasione di passare sulle rive meridionali del lago Michigan, un lago che sembra un mare. Ve l'immaginate lo stupore dei primi esploratori che, assaggiandone l'acqua avranno detto: "ma che strano, un mare povero di sodio, un giorno ci faremo una famosa acqua minerale...". Ok, scusate, sto uscendo un po' dal seminato, ma in fondo non c'è un vero seminato e, in fondo, a quest'ora la mente genera solamente mostri, soprattutto quando la valigia ti aspetta per esser

Avvitamenti e svitamenti

Beh, mentre ero ancora in volo speravo che il pilota di questo pezzo di ferro avesse, per quanto possibile, meno fantasia di me e, soprattutto, di molti noi. Anche perché mi sento ancora troppo giovane per fare l’ultimo viaggio. Si, lo so, qualcuno direbbe che non si è mai troppo giovani per alcuni tipi di viaggio, ma quello mio era un interesse altruistico dovuto alla presenza con me di un paio di centinaia di persone che non conosco, ma che in fondo mi stanno simpatiche e vorrei davvero che arrivassero sane e salve a destinazione. Soprattutto perché non c’è sempre un soffio di vento sufficientemente forte da sostenere il peso di ciò che si avvita o di chi si avvita. Il rischio è reale, è lo stesso motivo per cui con gli anni si impara a guardare giù e a guardare davanti. Forse lo facciamo un po’ troppo spesso, su quello potrei essere anche d’accordo, ma è un po’ quello che si insegna ai bambini piccoli, lo sapete, no? D’altra parte chi di noi non ricorda gli avvertimenti della mamma

FCO --> AZ 1020 --> MXP--> AZ 626 --> ORD

"Oh!" - direte voi - "Tutte 'ste chiacchiere di titolo solo per dire che vai a Chicago?". Ovviamente si, altrimenti non sarei io, ve l'immaginate se di colpo smettessi raccontare un comunissimo viaggio da vita di tutti i giorni come se fosse un'avventura da cui non si sa se si torna. Però in realtà anche la comunissima vita di tutti i giorni poi non è che sia così "comunissima". Ci pensavo tra ieri e stamattina, prima, durante e dopo uno dei sogni che invadono costantemente le mie notti, prima di ricevere una gradita mail dagli organizzatori del meeting. Una mail che mi confermava il programma dei voli e i relativi orari. Era un po' di tempo che non facevo una trasvolata atlantica, davvero un bel po' di anni e non so ancora se la cosa mi faccia piacere o mi incuta quell'oramai consueto timore di passare 8-9 ore su un affare di metallo che ancora non capisco come sia in grado di librarsi a qualche migliaio di piedi da terra. L'av

Repetita iuvant (?)

Grazie a Mawiapia (o per colpa sua, fate voi) mi è uscito fuori questo post nuovo-nuovo. Lo confesso, la serie di barchette ormeggiate su quella riva o banchina che sia mi ha allo stesso tempo affascinato e inquietato un po', forse sarà stata la monotona calma che mi sembrava scaturire da esse, forse perchè in fondo una barchetta ormeggiata prima o poi comunque prenderà il largo, andrà lontano o vicino a seconda delle sue possibilità, della potenza del motore o della eventuale superficie velica. Ci sono altre variabili da considerare? Probabilmente, anzi sicuramente , si. Prendiamo ad esempio una barchetta senza motore e senza vela, la variabile da considerare è semplicemente la forza che il manovratore avrà nelle braccia, la motivazione a percorrere una certa distanza e la certezza che, a meno che non si viaggi controcorrente in un fiume, la stessa forza e motivazione sarà necessaria per tornare indietro. Nel caso del motore il discorso è un po' più semplice, a meno che uno no

Intermezzo (ostriche!)

Hai ragione, Fa', gli ultimi post "culinari" alla fine hanno fatto venire fame anche a me e dovrò pormi anch'io il problema di come smaltire l'eccesso di calorie accumulate durante gli ultimi giorni. In fondo in questa stagione le uniche occasioni che non mancano sono quelle nelle quali tipicamente ci troviamo costretti, a volte nostro malgrado, ad approfittare dei piaceri della tavola. Continuo a chiedermi se sia il caso di accettare inviti di questo tipo durante tutto l'anno oppure se selezionare la partecipazione a quei periodi in cui le temperature esterne siano al di sotto dei 35 gradi. Lo sapete, no? Le solite regole formali impediscono di andare con i pantaloncini e gli infradito in alcune occasioni e quando il termometro sfiora i 45 gradi, non c'è tessuto fresco che tenga e la sauna norvegese gratuita è assicurata. Comunque alla fine è andata, ne avrei anche altre di foto, ma comincerei a condirle con il consueto sproloquio relativo alle scelte dei

Sali, (mi) ti cucino io!

Vista la precedente esperienza negativa con la cucina popolare italiana e visti una serie di inconvenienti legati alle eventuali alternative, mi è venuto in mente che in fondo di alternative ce ne sono davvero tante. Il classico ristorante vicino casa non può che essere una scelta occasionale, visto che oramai tutti ambiscono ad un futuro glorioso e pieno di soldi. L'alternativa della telefonata a qualcuno che mi cucini (ben bene?) non è da scartare, ma in fondo si tratta di una parte della società in netta via di estinzione. Oramai ce ne sono poche di persone che sanno "cucinare" bene e, spesso (è davvero un esempio calzante) si tratta di molto fumo e poco arrosto, ammesso che ne rimanga a sufficienza dopo il fumo. L'opzione relativa ai pescatori l'avevo già sperimentata, in effetti l'arte di preparare il pesce appena pescato è una cosa che conosco molto bene, forse da prima della stragrande maggioranza dei frequentatori di questa amena dimora. Però oramai no

Penne all'arrabbiata

Visto il notevole successo riscosso dalle ricette via blog, come già visto un po'qui e un po' là , ho deciso di proporre anch'io un classico della cucina (?) mediterranea, un piatto che conoscono un po' tutti e che ha numerose varianti. Non sono mai stato un granchè come cuoco e gli effetti di questo fatto sono sparsi un po' ovunque. Devo inoltre premettere che ci sono momenti in cui un digiuno vale molto più di mille antipasti, ma ovviamente questa è la mia personalissima idea... Ingredienti (per 5 persone o per 2 GURU): - 500 g. di pennette - 5 spicchi d'aglio (l'originale ne prevedeva 1, ma visto che fanno bene alla pressione... - 600 g di pomodori (o una bottiglia di pomodoro fatto in casa) - Peperoncino (tanto! Sennò che "arrabbiata" è?) - Un ciuffetto (o due) di basilico - 3/4 di bicchiere di olio di oliva - Sale e pepe (non troppo sale, sennò si attenua l'effetto dell'aglio) - Un ombrello rotto - Un impermeabile - Un cappellino con

Pigrizia

Eccomi qua, era un po' che non ci si leggeva, vero? Mi piacerebbe poter dire che il tempo trascorso dal mio ultimo post sia stato riempito da una miriade di impegni talmente fitti da impedirmi di scrivere. Sarebbe anche stato piacevole poter confessare di aver fatto una lunghissima vacanza contornata da viaggi in posti mai visti, ecc., ecc. Invece nulla di tutto questo, tutta questa latenza è stata dovuta ad una semplice, banale e sana pigrizia, di quelle che ti assalgono nei momenti e nei periodi più impensati e di quelle per le quali cerchi le scuse più illogiche, come il caldo, l'estate, la primavera, l'autunno, l'inverno, il freddo, la pioggia, il sole... Non è che oggi mi senta poi così tanto meglio, nè più intraprendente dal punto di vista componitivo, ma in fondo l'estate sta per finire (si, mi diverto in maniera sadica a dirlo, anche perchè io ho appena iniziato le ferie, mentre gli altri rientravano) e la fine dell'estate è un altro di quei periodi in c

Voce 'e Notte

Sono d'accordo con chi sostiene che Napoli abbia un fascino tutto suo, indipendentemente da tutto quello che nel bene e nel male gravita intorno a quella città, caotica e misteriosa, quanto romantica e intrigante. Non è una delle mete che mi attirano di più, lo confesso, non ho mai avuto un grande trasporto per l'area partenopea, ma è lo stesso motivo per cui non sono attratto da altri posti obiettivamente interessanti, come Lisbona, Venezia, ecc. Non ho la pretesa di conoscere i posti, non mi basterebbe una vita per conoscere a fondo i luoghi dove vivo quotidianamente, immaginate quante ne servirebbero per conoscere "il mondo"... Però, in questa occasione, quelle poche ore che mi restavano libere le ho utilizzate per un giro panoramico nei soliti posti che alcuni di noi immaginano essere quelli tipici, quelli da vedere assolutamente e da stampare nella memoria. Ovviamente non ci sono riuscito, il navigatore mi ha salvato finchè sono stato in macchina, ma una volta a

Timer

Una lavastoviglie che si sfascia, in genere, è un gran bel guaio, soprattutto per quelli che nascono evidentemente e incorreggibilmente pigri. Però anche un fatto "tragico" come questo ha i suoi lati esplorabili da diverse angolazioni. Scartata subito la riflessione relativa al grosso inconveniente di lavare i piatti a mano con conseguente screpolatura della pelle dovuta al detersivo e al prolungato contatto con l'acqua, si passa direttamente all'esplorazione minuziosa del possibile componente difettoso. In questo devo ringraziare la mia precedente passione giovanile per le parti elettriche delle apparecchiature in generale, unita al totale odio per le parte idraulica e meccanica. In questo particolare caso non c'è voluto molto a capire che l'oggetto che aveva deciso improvvisamente di sfasciarsi era il timer o programmatore elettromeccanico o comunque venga chiamato in termini merceologici. Bene, anzi, meglio! Questo mi consentiva non tanto di risparmiare su

Spillette

La mia casa è sempre in ordine, ogni cosa è al suo posto, è quasi tutto catalogato, riposto, etichettato e, quando possibile, classificato su un database OpenOffice. Lo so, me lo hanno già detto in tanti che questo è uno dei tanti sintomi di qualcosa che non va nella mia capoccia, ma oramai mi sono affezionato ai miei labirinti e alle tante cose, compreso quelle dimenticate e che, a volte riaffiorano inaspettate mentre mi trastullo con altro... mettere tutto in ordine è una sorta di meccanismo di difesa. Perchè, direte voi? La risposta è piuttosto semplice, immaginate il fisiologico caos di una normale stanza di una normale casa abitata da persone più normali di me, per quanto la confusione possa essere creativa, vi capiterà più di una volta di non trovare quello che vi serve e, nel frattempo, imbattervi continuamente in qualcosa di inutile, di pericoloso o più semplicemente di ingombrante. Un po' di caos però ce l'ho pure io. Ci sono due soli scatoloni che non ho mai messo in