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Visualizzazione dei post da 2006

Intermezzo (un caffè dal Guru)

Un pomeriggio di quelli finiti prima del solito e un navigatore satellitare che mi impedisse di perdermi sono state due ottime scuse per mettermi in macchina e scoprire il piacere di vedere posti nuovi e di fare nuove amicizie. Grande la tecnologia, magari a volte la malediciamo pure, però prenderei volentiere a male parole quelli che la considerano un freddo strumento di lavoro che allontanerebbe dai contatti reali. Questa è una delle volte in cui posso smentire i pessimisti del web. Questa come tante altre volte, perchè da quando ho imparato a perdermi per le strade della rete, cosa che già facevo per le strade del mondo, ho avuto la fortuna di allargare il mio orizzonte relazionale in maniera sicuramente più estesa rispetto a quello che era possibile con gli strumenti tradizionali. Certo, sono d'accordo con i più, molti degli incontri che si fanno su questo mondo parallelo alla fine si rivelano futili e a volte deludenti. A volte si incontrano cose divertenti, a volte si incontr

Pensieri senza parole

Per una serie di motivi che sarebbero troppo lunghi da spiegare, questo è stato il mio ultimo viaggio fuori regione per i prossimi 3-4 mesi, tra l'altro è stato un viaggio non per lavoro e neanche per piacere. Con questo non voglio dire che non sia stato piacevole, in fondo mettermi in macchina, in treno, in aereo o in vaporetto per me è sempre un'attività che mi riempie di emozioni svariate e contrastanti. Comunque, per non divagare oltre il necessario, questa volta andavo dalle parti di Fiumicino per accompagnare chi partiva e ovviamente tra i tanti pensieri che giravano dentro la mia testa, restava anche un po' di spazio per una puntina di invidia. Invidia che è notevolmente aumentata nell'atrio di quell'aeroporto, alla vista di tutte le persone pazientemente in fila ai banchi del check-in e della sicurezza. Quante volte sono partito e tornato? Ne ho perso pure il conto, ma ve l'ho già detto, non sono mai riuscito a districare l'intreccio della ben nota

Per sempre

Avevo appena parcheggiato la mia barchetta, che ovviamente non è quella della foto, e mi è caduta la mente su un concetto che non ho mai compreso fino in fondo, su una locuzione avverbiale molto semplice, un concetto chiaro, lineare e definitivo nella sua semplicità intrinseca. Quante volte avete detto o avete sentito dire "per sempre" o qualcosa di simile? I motivi sono i più vari, spesso vorremmo che alcune cose durassero per sempre, che l'amicizia durasse per sempre, che la gioia durasse per sempre che il successo (per chi l'abbia potuto assaporare) durasse per sempre. Ce ne sono tante altre di cose che vorremmo eterne e capita anche di avere l'illusione che esse lo siano, salvo poi ricredersi a distanza di tempo, volontariamente o in seguito ad uno di quei tanti eventi che dal sogno o dall'illusione ci fanno ripiombare nella realtà cara a questo sistema di leggi fisiche, chimiche, mentali e comportamentali che, come diceva Battiato, appartengono a questa p

Sorsi di buio limpido...

Forse in qualcosa rischio di diventare monotono, il guaio è che ho fatto troppe foto da questo posto situato a metà tra le due aree principali della mia città. Un canale artificiale posto alla foce di un fiume che taglia in due la vita di tutti i giorni privandola per certi versi di continuità e ammazzandola, ovviamente, di traffico. Quante sono le cose che dividiamo almeno in due parti? Quante le realtà che prima o poi si dicotomizzano e allontanano con scarse o nessuna speranza di ritorno? Oggi comunque percorrevo questo viale a forma di banchina con uno strano senso di serenità, strano perchè era un po' che non mi capitava di sentirmi così sereno. No, non avevo nè bevuto nè fumato, nè tantomeno ero andato a pesca riportando un improbabile cestino colmo. Non so, in realtà non c'era neanche un motivo per essere più sereno del solito. Forse sarà stato questo tramonto inaspettatamente struggente, con una temperatura ancora sopra la media stagionale e con un vento che, per quest&

Prospettive

Ancora sul tema delle prospettive e delle viste prospettiche variabili? Ma si, dai! Oggi avevo un'oretta di tempo da perdere e mi trovavo per una serie di ragioni un po' troppo lunghe da spiegare, in un piccolo paesino a non troppa distanza dalla mia città. Sapete, no? Quei paesini in cui il tempo sembra che si sia fermato, ovviamente solo se si indugia un po' a guardare attentamente i muri delle vecchie case, magari nei pressi delle contrade dove passano ancora gli obsoleti cavi elettrici sostenuti da isolanti in vetro o porcellana. Si, giuro che ce ne sono ancora, basta cercarli e basta sapere dove essi siano. A volte ci vado di proposito in questi posti e mi diverto a pensare di essere per un attimo tornato indietro nel tempo. Di molto o di poco non ha importanza o forse ce l'ha, dipende un po' da quello che ho voglia di ricordare in quel momento. Ah, quasi dimenticavo un piccolissimo dettaglio, non serve neanche spegnere il cellulare, dal momento che le bts non

Don't cry for me Taormina... (AZ-1756)

Ve la risparmio, questa volta, la pappardella relativa alla paura dell'aereo, agli aeroporti affollati e a tutto il resto. Però c'è da dire che il posto dove mi sono fermato stavolta, sempre per le canoniche 72 ore, merita davvero di essere rivisto con più calma e attenzione. Al di là di tutte le possibili considerazioni e luoghi comuni relativi alla bellezza delle coste siciliane, alla limpidezza del mare, alla maestosità dell'Etna, quello che a volte prende i soliti fessi come me è un misto di ammirazione e timoroso rispetto, sopita (neanche tanto) nostalgia e silenziosa malinconia. Ecco, questa è stata una delle volte in cui mi è dispiaciuto dover ripartire, avrei davvero voluto restare più a lungo per esplorare la costa, per parlare con i pescatori sulla riva, farmi dire che tipo di esca usavano e che tipo di attrezzatura andasse meglio per quei fondali. Magari avrei provato a pescare anch'io, tanto ai cestini vuoti ci sono abituato e non sarebbe potuto essere peggi

AZ-1751

Dilemma del giorno: come ci arrivo a Fiumicino alle 17,15? Le possibilità sono come al solito tante, ognuna con differenti caratteristiche, ognuna con un suo differente costo, ognuna con un differente tempo di percorrenza e infine ognuna con un differente impatto psico-emozionale, almeno per me. Ve la sentite di sopportarvi un minimo di descrizione di ognuna di esse? Ok, dò per buono un vostro chiaro e incondizionato assenso e cerco di essere il più conciso possibile. L'automobile, il sistema più rapido, quello che ti permette di fermarti un attimo ogni tanto così, tanto per la voglia di farlo. Costo notevole, considerando non solo il carburante e l'autostrada, ma anche il parcheggio di Fiumicino che oramai ha raggiunto cifre da codice penale. Uno come me può risparmiare l'autostrada buttandosi sulla Tiburtina e snocciolandosi, come la corona di un rosario, tutti i paesini del vecchio tracciato che portava gli antichi romani dalle sponde del Tirreno a quelle dell'Adriat

Bilanci

Immagino che non sia questo il momento e il tempo di fare bilanci, lo sanno tutti che i bilanci si fanno a fine anno e non certo agli inizi dell'Autunno. Però mi era piaciuto pensare ad un bilancio di fine Estate, tanto per ripensare a com'è stata, la scorsa Estate. Al solito, mi vengono in mente reminiscenze scolastico-adolescenziali, mi viene in mente un racconto di un certo Pavese, sfigatissimo come tutti gli autori che piacevano ad un gruppo di pseudodisadattati di cui facevo parte all'epoca. Il racconto in particolare era "il diavolo sulle colline" che peraltro era incluso nella trilogia "la bella Estate", titolo assolutamente non in sintonia con gli umori suscitati dalla lettura dello stesso... Mi fermo un attimo, prima di scivolare inesorabilmente nei labirinti mentali che tendo a costruirmi da solo e nei quali cado inevitabilmente. Com'è andata la scorsa Estate? Tutto sommato bene, per certi versi è stata una stagione molto più intrigante e a

Poche idee, ma ben confuse...

Dai, Guru, non dirmi male... La nostra montagna non si vede un granchè, da qui e la foto è stata fatta con un misero cellulare. La prospettiva dal mare è tutta un'altra cosa, già, ma cos'è una prospettiva in senso lato? Siamo abituati a vedere le cose da diversi punti di vista, ma ci abituiamo a far finta di guardarle come se le vedessimo sempre dallo stesso punto di osservazione, come se non cambiassero o non cambiassimo mai posizione. Certo, nel caso di una grande montagna non è che ci sia molta scelta, possiamo guardarla da lontano, possiamo avvicinarci o metterci più a destra o più a sinistra. Diversa è la storia se decidessimo di osservare qualcosa di meno imponente, così come diversa è la storia se decidessimo di fotografare gli eventi per elaborarli qualche *tempo* più in là. Pensateci un attimo, dimenticatelo e fate passare un po' di anni (con la fantasia, eh!) , cosa ne sarà di quell'evento nella vostra mente? Saranno cambiate un po' di cose o tante cose in

Polvere...

Facciamo così, il titolo è identico ad una vecchia canzone di Enrico Ruggeri, il significato forse se ne discosta un po', ma di polvere ammucchiata comunque ce n'è tanta. Sapete, no? Di quella che provi a togliere e che ricompare inesorabilmente subito dopo, forse perchè non usi uno straccio adatto, forse perchè ne è tanta o forse semplicemente perchè non hai veramente voglia di eliminarla. Magari dopo un po' ti ci affezioni, buttandola via ti sembra di buttar via una parte di te, ti sembra che il troppo pulito possa anche darti fastidio. Eppure allo stesso tempo l'odore di stantio, il bruciore degli occhi, l'offuscamento della vista ti danno fastidio, ti distraggono dalle normali occupazioni giornaliere, quelle routinarie, quelle "importanti", importanti soprattutto perchè forse ti danno da campare, ti danno sicurezza o semplicemente ti danno la piacevole sensazione che sia stato tu a scegliere di occuparti di quello di cui attualmente ti occupi. Che bell

Calma apparente

Un bel titolo per un nuovo post, vero? Avete mai giocato a poker? Il poker è, secondo i suoi cultori, un gioco in cui vince chi ha la migliore strategia, ma soprattutto chi ha i nervi più saldi. E' un gioco che non mi è mai piaciuto particolarmente, forse perchè non ho le qualità tipiche del buon giocatore, forse perchè non mi va di rischiare più di tanto o forse perchè non sono sufficientemente capace di mascherare le emozioni che vagano al di sotto della superficie della mia pelle. Non so se a qualcuno di voi sia mai capitato di avere un turbinio di sensazioni, ricordi, farfalle e quant'altro. Avete mai provato a tenerle a bada, magari a sommergerle con disinvoltura agli occhi degli altri, per evitare che qualcuno si potesse accorgere di quanto in quel momento vi passava per la mente? Qualcuno forse ci è riuscito bene, qualcuno di voi forse potrebbe essere un bravo giocatore di poker. Eppure c'è sempre qualcuno che passa per caso dalle vostre parti. Qualcuno che magari no

C'è tempo...

Ci sono, sfortunatamente per tutti, ho ancora voglia di scrivere, che pensavate che fossi sparito? No, amici, come al solito mi sono trovato in viaggio per destinazioni più che note, di quelle banali, solite, scontate. Quelle destinazioni da raggiungere facilmente in macchina, nonostante il caldo pazzesco e con il climatizzatore rotto... Tutte le fortune, eh? Quelle fortune che ti fanno ricordare di quando il climatizzatore in auto era un lusso e sudavi le sette camicie per fare 40km o giù di lì. Dovevo pubblicare (non dirò mai più "postare", grazie, Moya) qualcosa su Siena, ma non c'è stato il tempo di assaporare l'attimo, che subito mi sono ritrovato sbattuto in questo posto ameno, bellissimo, sempre in Toscana e non lontano da Siena, un po' spartano ad analizzarlo meglio, ma carico di segni, simboli e profumi che pensavo di aver dimenticato. Com'è che dice "il pilota" di Fossati? Ah, già... Che lui non porta mai pensieri pesanti, perchè sarebbero

Stormi d'uccelli neri...

Non c'è nè la nebbia agl'irti colli e non c'è nemmeno il cacciatore che fischia sull'uscio. Più che il maestrale tirava un fastidiosissimo vento di tramontana (qui ci vorrebbe una mia cara amica, conoscitrice di venti e correnti) e pare proprio che l'estate non abbia alcuna voglia di farsi vedere da queste parti. E si che più o meno dovremmo esserci, il cambio del guardaroba è oramai un ricordo lontano e penso che ognuno di noi abbia cominciato stoicamente ad indossare qualche timida maglietta con le maniche corte. Beh! Ero partito con l'intenzione di postare (che brutto come termine, ci sarà l'equivalente in italiano?) qualche foto del "mordi-e-fuggi" a Siena, ma l'umore ha fatto più cilecca del solito e non mi è riuscito di accumulare un discorso decente da associare alle immagini. In compenso il tempo di oggi si sposava molto bene con un po' di nuvolette che mi passano dentro la testa, compagne oramai inseparabili e alle quali sono anche

Com'è triste Venezia...

Premessa: il post ha la data del 2 giugno 2006 , era allora che doveva essere pubblicato. In quel frangente, purtroppo, la piattaforma Blogspot aveva un malfunzionamento relativo all'inserimento delle immagini e ve l'immaginate un post su Venezia senza immagini? Sarebbe come i maccheroni senza il cacio, come un cielo senza le stelle e come l'amore eterno senza due amanti che lo interpretino, bene o male che sia... Ma torniamo alle cose serie! Qui dovete ringraziare Francois Dorin (l'autore), Mogol (il traduttore) e Charles Aznavour (il magnifico interprete) per questo post che butto giù di ritorno da una città che ho visto tante volte, ma che non smette di trasmettermi quelle sensazioni a cui sono notoriamente avvezzi i fessi come me. Sapete, le solite cose, un misto tra incanto e tristezza, la sensazione di sentirsi soli nonostante la folla che l'attraversa tutti i giorni. E poi le gondole, quelle stranissime imbarcazioni che continuo a chiedermi come facciano a

Meglio tardi che mai?

... o meglio mai che tardi? Questa è una bella domanda che ognuno di noi si sarà fatto almeno una volta nella vita. Comunque, per non scontentare il Guro, mi sono rimboccato le maniche e ho messo mano alle foto scattate a Cocullo lo scorso 4 maggio. Sono ben conscio del fatto di essere ripetitivo, ma oramai chi mi legge ha imparato a sopportarmi e poi ho la fortuna (o la sfortuna?) di essere letto solamente da amici che non mi hanno mai visto dal vivo... o quasi. Comunque, chi è abruzzese dovrebbe conoscere bene sia il posto che la festa in questione. Come avevo già detto, questo ameno paesino è praticamente vuoto per 364 giorni l'anno, ma in occasione dell'evento diventa un posto molto affollato e nel quale difficilmente ci si riesce a muovere. A volte mi chiedo cosa mi spinga a passarci questa mezza giornata praticamente tutti gli anni. Sarà perchè mi piacciono le tradizioni della mia terra o forse perchè semplicemente mi piace questo misto tra sacro e profano che alberga in

Intermezzo

Lo so, ha ragione il Guru... Devo ancora buttare giù qualcosa relativa alla festa dei serpari (e dei serpenti). Purtroppo, o per fortuna, nel frattempo mi è capitato tra capo e collo un ameno viaggetto che, ovviamente, prevedeva una preparazione analitica e dettagliata della relativa presentazione *ovviamente* comunicatami all'ultimo momento. Così ho deciso di prendermi qualche altro giorno di riflessione, soprattutto per smussare gli angoli della tempesta emozionale che la fugace gita a Cocullo mi aveva regalato. Questa foto che vedete alla vostra destra, raffigura l'ingresso di un noto albergo di Paestum, dove ho avuto la fortuna di alloggiare per le canoniche e fatidiche 72 ore di durata dell'evento a cui dovevo partecipare. Al di là di questo non c'è stato il tempo e il modo di apprezzare la spettacolarità degli scavi archeologici e il bello di quella zona del Tirreno che, per una serie di motivi, non ho mai avuto modo di raggiungere. E' nota ai più la mia imbr

Cime tempestose

Ve l'avevo detto, no? Una delle mie specialità, è quella di complicarmi la vita e, quindi, se devo raggiungere una destinazione, ovviamente non per lavoro, cerco di scegliere sempre la via più difficoltosa, impervia e lunga. Soprattutto quando ho la fortuna di andare da solo... Arrivare in quel piccolo paesino, Cocullo, che per 364 giorni l'anno è meta facilmente e rapidamente raggiungibile, diventa una sorta di avventura il primo Giovedì di maggio e, così, sono andato alla ricerca di un itinerario alternativo che potesse evitarmi un ingorgo autostradale (esiste un'uscita sulla A24, per quel posto) e regalarmi qualche emozione in più, di quelle derivanti dalla scoperta di strade mai percorse prima o di posti visti solamente di sfuggita negli anni addietro. Quindi, come di consueto, si fa il pieno, ci si rifornisce di opportuni elementi di conforto (biscotti, acqua, sigarette, ecc.) e si parte con il navigatore acceso e con la piantina cartacea ben contrassegnata sul crusco

Viaggi e intemperie

Ci sono tanti modi per raggiungere uno scopo o una destinazione. Sapete qual è il bello dei navigatori satellitari? E' la possibilità che vi danno di scegliere il percorso più rapido. Purtroppo a volte il percorso è più rapido per 364 giorni l'anno, ma c'è sempre almeno 1 giorno in cui il calcolo potrebbe risultare fallace. Io andrò a Cocullo (AQ), salvo complicazioni, il 4 maggio 2006. Un anonimo Giovedì, per tutti qualli che non condividono questa mia particolare passione o questa mia particolare *pazzia*, che porta con se alcune complicazioni banali, quanto insormontabili. Partendo da Pescara, il percorso più breve è rappresentato dall'autostrada Pescara-Roma, con uscita a Cocullo e con tempi di percorrenza brevissimi, normalmente... Purtroppo il primo Giovedì di maggio non vi è possibilità di rosee previsioni, a meno di programmare la partenza verso le 3 o le 4 del mattino, così questa volta ho deciso che individuerò un diverso percorso stradale, non potendo prender

Don't say a word...

Sapete cos'è la psicologia comportamentale, vero? E' quella cosa che vi permette di stare in una piazza affollata o vuota se soffrite di agorafobia. E' quella cosa che dovrebbe farvi sopravvivere al blocco dell'ascensore, se soffrite di claustrofobia. Oppure quella cosa che potrebbe addirittura farvi toccare una tarantola, anche qualora siate affetti da aracnofobia... Ecco, io sono aracnofobico e mi è costata molta fatica recuperare l'immagine che vedete e piazzarla qui. Mi sono fatto una violenza incredibile, ma è stato necessario. Curioso, vero? La necessità è data dal vecchio concetto del "chiodo scaccia chiodo" e tutto è nato dopo che una cara amica ha deciso di farmi un regalo. E' stata molto gentile e carina a ricordarsi di me, soprattutto perchè, per una serie di motivi, riusciamo a vederci ogni 2-3 anni circa, ma il regalo che ho ricevuto, anche se estremamente gradito, ha avuto l'effetto di buttarmi un po' troppo indietro nel passato