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Date (e auguri)

No, amici, non è un esortazione ad essere più generosi. Il senso dell'oggetto si riferisce alle date intese come ricorrenze, come ricordi, come episodi e come situazioni. Ognuno di noi ha qualcosa da ricordare e qualcosa da dimenticare, ma c'è il solito problema dettato da uno dei più conosciuti luoghi comuni che quotidianamente ci portiamo appresso. Lo sapete qual è, no? E' quello che recita: "è più facile ricordare che dimenticare". Si, perchè i ricordi ci assalgono quando meno ce lo aspettiamo, quando meno siamo preparati ad analizzarli e, soprattutto, quando siamo più vulerabili alle intemperie del nostro (più o meno) burrascoso passato. Una bella giornata, oggi, almeno alle mie latitudini. Si fanno le solite cose, il lavoro ci mette del suo, gli amici ci mettono del loro e chi ci vive accanto chiede la sua parte... ma c'è qualcosa di noi che prova ad andare oltre e ad immaginare, per un attimo, le conseguenze di scelte fatte in altri momenti, in altri luoghi e in altri contesti. Noi siamo artefici del nostro destino, sempre e comunque. A volte la tentazione di dare agli altri la colpa delle nostre scelte è davvero grandissima, ma la realtà ci si ripropone davanti in tutti i giorni della nostra vita. Sarà forse questo il motivo per cui mi appassionano i racconti fantascientifici, sapete, quelli in cui una ipotetica astronave entra in un buco nero (Guru, non fare allusioni fuori luogo...). Parlo di uno di quei luoghi teorici nei quali è possibile tutto e il contrario di tutto. Uno di quei posti in cui puoi avere l'impressione di rivivere il tuo passato, guardandolo con gli occhi del presente, e osservare a priori le conseguenze delle tue scelte. Rifaresti lo stesso percorso? Diresti le stesse parole? Prenderesti le stesse decisioni? Chi lo sa, forse in fondo è meglio non conoscere a priori le conseguenze delle proprie scelte, forse il corso degli eventi ne sarebbe influenzato davvero poco. Oggi, o almeno in questo momento, ho provato sensazioni contrastanti. Oggi ho guardato la vetrina di un fioraio e ho visto un mazzo di rose gialle, ho pensato tante cose, troppe, tutte insieme e la mia mente ha subito il peso della sovrassaturazione di emozioni e passioni e ho avuto la necessità di guardare indietro nell'album dei ricordi. Ho provato a guardare indietro nei pacchi di fotografie, le tante fotografie fatte nel corso degli anni, fatte inconsapevolmente e ingenuamente. Ma non posso sentirmi nelle condizioni di consigliarlo a qualcuno di voi. Non so se il risultato di un tuffo indietro nel tempo sia un evento salutare o, semplicemente, un esercizio di masochismo da riservare a chi sappia ben apprezzare e gestire le conseguenze di un tale atto... A volte mi chiedo anche se la mia voglia di viaggiare derivi dal fatto che a 6 mesi ero già su un transatlantico in viaggio da Melbourne a Napoli... mah! Le rose gialle purtroppo o per fortuna resteranno nel negozio di fiori, a volte le emozioni e i desideri è giusto che restino nel famoso cassetto o scatolone dei sogni o delle cose perdute. Ce l'abbiamo tutti uno scatolone del genere, vero? Tutti abbiamo qualcosa da portare con noi, di nascosto, in ogni momento della nostra vita, compreso le date, le foto, i ricordi e le illusioni. In fondo viviamo anche di (e per) questo. Mi illudo solo di una cosa, e Freud ne sarebbe sicuramente contento, mia madre non era male da giovane, vero?

Commenti

Anonimo ha detto…
si', io ce l ho lo scatolone. e ogni tanto anche io ci riguardo dentro.
Anonimo ha detto…
avevo subito immaginato che fossi tu il FRUGOLETTO in braccio alla bella signora,anche eprchè è inconfonbile la pettinatura anni '60..io sono uno specialista degli anni '60(ANNI o ANI che dir si volgia)

Ps: eri propio un bel bimbo..POI COSA E' SUCCESSO??ahuahuahuah:-)

Buona Notte,Dottò
Anonimo ha detto…
naturalmente la PETTINATURA ANNI '60 DI TUA MAMMA..non certo la tua..ahuahuahuahua

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