Passa ai contenuti principali

... ho tante cose ancora da raccontare (per chi vuole ascoltare)...

C'è sempre un momento nel quale ci si chiede cosa farne di una creatura pseudoletteraria creata per caso in un momento casuale e sviluppatasi nel corso dei mesi e degli anni in maniera a volte incontrollabile. Si, perchè c'è sempre almeno un momento in cui si fa un salto indietro a rileggere le cose scritte, per cercare di trovarci le stesse emozioni provate durante la scrittura e per capire quale fosse stata la spinta stessa che ne determinava la stesura. Certo che l'aiuto delle date è sempre fondamentale, soprattutto quando le stesse siano ricorrenti. Le date sporadiche invece hanno un non so che di misterioso, a volte, e di imponderabile.
Però non volevo fare una dissertazione sul significato postumo dei post (che bel gioco di parole, eh?) pregressi, era solo un modo per condividere un dubbio con gli amici che di tanto in tanto passano di qua. Negli ultimi anni ho letto diversi altri blog, molto interessanti, molto impegnati, molto aggiornati e molto scritti bene. Ho un po' riletto il mio, l'ho analizzato meglio, l'ho trovato poco interessante, poco impegnato, poco aggiornato (questo rischio, però, l'avevo già premesso dall'inizio) e scritto poco bene. Mi son chiesto quale utilità possa avere, ok, d'accordo, non è detto che le cose debbano esistere solamente perchè sono utili, di esempi di inutilità esistenti ce ne sono a tonnellate, credo. Quindi, in sostanza, che fare? Lasciarlo senza ulteriori aggiornamenti per il resto della vita di questo mezzo di comunicazione? Farne una copia di backup (io conservo sempre tutto, lo sapete, no?) e cancellarlo dalla rete? Continuare a scrivere come prima, mettendoci dentro le stesse cose che ho scritto finora?
Difficile rispondere, davvero, però mi è capitata anche un'altra cosa curiosa, rileggendo tutti gli articoli precedenti. Una cosa che in fondo mi ha stupito, ma che forse è solo una mia sensazione. Insomma, ho avuto l'impressione che alla fine "sembra" davvero che alcune delle cose scritte raccontino qualcosa, magari comprensibile solo a me stesso... E me ne capitata anche un'altra, di cosa curiosa, mi son reso conto che alla fine mi sono quasi affezionato a questo "spazio virtuale con vista sulla realtà" e allora credo che continuerò a buttare ancora un po' di materiale in questo contenitore. In fondo, a pensarci bene, meglio questo che passare le giornate con le canne (da pesca) sul molo. Anzi, a proposito, è un po' che non lo vedo il vecchio, a volte mi preoccupa, non vorrei che gli fosse capitato qualcosa di spiacevole. Ah, già, ma a lui non potrebbe mai capitare qualcosa di spiacevole, lui "non ci pensa", lui vede il lato positivo di tutte, ma proprio tutte, le cose. Probabilmente se gli accadesse qualcosa, essa al massimo potrebbe essere spiacevole per me. Davvero buona la pescatrice cucinata alla siciliana, ve la consiglio...

Commenti

Anonimo ha detto…
continua a scrivere perchè tutto questo mi da pace...un bacio da chi non usa le virgole i punti ecc
trytounderstand ha detto…
Continuerò a scrivere, oramai ci ho preso gusto. Ho iniziato tutto questo per un motivo (forse) ben preciso ed è un piacere incontrare di nuovo qualcuno che non usa la punteggiatura. Forse perchè ne farei volentieri a meno anch'io delle virgole, dei punti, delle parentesi e degli asterischi...
Un abbraccio.
Anonimo ha detto…
anche il poco senso ha sempre un senso. un po'. tutte le ricette "alla siciliana" meritano.
Elena ha detto…
Sono felice che tu continui a scrivere..Mi piace un sacco venire qui a leggere i tuoi pensieri, vedere quelle bellissime foto, riflettere, poter rileggere da capo post che mi hanno colpita. Paradossalmente quello dei blog è un tempo lento, riflessivo. Io ne sento proprio il bisogno in questi tempi frenetici..
Un bacio
raffaella ha detto…
ciao.. questo giovedì sarà impossibile, alle 10.30 ho un impegno, altrimenti ti avrei dato volentieri un passaggio lungo i fiumi d'asfalto.. ovviamente gli amici non pagano..
ciao
raffaella

Post popolari in questo blog

Le scarpette al chiodo

Queste sono le classiche scarpette-appese-al-chiodo , a dimostrazione della volontà di non giocare più a calcio. Ma lo sanno quasi tutti che questo modo di dire è oramai utilizzato un po' per tutti i casi in cui qualcuno ha deciso di mettere la parola fine ad una qualche attività, piacevole o no, in cui era impegnato da lungo tempo. In genere è una frase che viene intesa come un qualcosa di definitivo, nel senso che chi appende le scarpette al chiodo, ad esempio, non giocherà più a calcio. A volte però potrebbe esserci un significato meno drastico e a tale proposito penso sempre ad alcuni giocatori professionisti che ho avuto modo di conoscere, seppur superficialmente. Questi adesso continuano a giocare tra amici, guadagnando sicuramente meno, ma divertendosi di più e utilizzando, forse, scarpette diverse da quelle che avevano appeso. Provo spesso a fare mia questa seconda interpretazione del modo di dire di cui parliamo, interpretandolo in modo meno negativo e pensando che un'

Acqua alle papere

Uno dei modi migliori per buttare il proprio tempo è quello di andare in un parco pubblico provvisto di laghetto, con una buona scorta di pane avanzato o di biscotti. Poi basta solamente sedersi sullo steccato o su una panchina e tirare nell'acqua, molto lentamente, i pezzetti di pane o i biscotti, osservando le varie specie di volatili che si avvicinano, ovviamente ben felici della (per loro) grazia di dio che proviene inaspettatamente e senza fatica. In tutto questo si possono anche notare alcune variazioni sul tema, ad esempio possiamo notare che le oche (con il becco a punta), in genere, sono più rapide ad arrivare. Le anatre (quelle col becco appiattito, tipo "paperino") arrivano più defilate e timide e cercano di beccare qualcosa prima che le oche, solitamente più aggressive, le attacchino. Ci sono poi i cigni, con il loro movimento elegante e regale che non disdegnano un fugace e superbo passaggio, tanto per non essere da meno. Ci si possono passare anche pomerigg