Perle di collane di tristezza

 

[Premessa: una delle foto e generata con AI, di proposito, ma non so perchè...]

[Premessa-2 Il titolo è, come al solito, una citazione e, come al solito, non c'entra nulla col contesto, forse]

    Quante volte avete preso un treno e quante volte avete percorso un'autostrada?

Beh! Magari poche volte, di tanto in tanto, oppure tante di quelle volte da non ricordarle oramai quasi più, come in effetti accade a me. In genere si cerca un modo per far passare il tempo, si legge, ovviamente in treno, si ascolta musica, si telefona oppure semplicemente si ricorda e si pensa solitamente alle cose più disparate o a qualcosa in particolare.

    Mi è venuta or ora un'idea, quella di portarvi con me, se vi va, in un pensiero, in un ricordo particolare che mi porto talvolta dietro, come un compagno di viaggio, a volte un po' scomodo, ma ricorrente.

Non so se avete presente le case che sorgono ai lati delle stazioni, delle ferrovie e delle autostrade, quelle casette o quei caseggiati o quei palazzi o talvolta quelle ville, che vedi passare solitamente in poco tempo, talora in un attimo, potendone solo intravvedere la forma, il colore, le luci eventualmente accese, qualora ci si passi di notte, o riuscendo in qualche caso ad avere la possibilità di scorgere qualcuno affacciato alla finestra o sul balcone.

Lo so, quello che sto per scrivere forse è qualcosa di "ingenuamente ingenuo", forse è un immagine che non ha concreta importanza e forse è solo il frutto di un'immaginazione eccessivamente volatile, che talvolta mi è stata anche rimproverata.

    È questo il pensiero: più di una volta ho immaginato di essere io dentro una di quelle case, ad osservare i treni o le macchine passare di là, provando ad immergermi nei pensieri di chi era dentro quelle macchine o quei treni: "perché stanno viaggiando? Quali sono i loro pensieri in questo momento? Stanno viaggiando per diletto, per lavoro, per raggiungere il luogo di un momento di felicità o di tristezza, per un esame, per un colloquio importante, per ritrovare vecchi amici o parenti, per altro?".

    Lo so, potrebbe non avere molto senso, ma mi è accaduto più di una volta di vedere dal finestrino una casa, una finestra, un balcone, un giardino, e pensare che in quel preciso momento avrei voluto essere quello che osservava le auto sfrecciare, quello che guardava i treni passare e non preoccuparmi del luogo dove stavo andando o del posto in cui stavo tornando o di ciò che mi aspettava all'arrivo; si, avrei voluto scacciare il percorso, la destinazione e tutto ciò che in quel momento gravitava lì intorno, per i motivi più diversi, sempre diversi in base ai momenti storici, dagli esami all'Università, fino ai saluti da dare a qualcuno che non sarebbe tornato, passando per altre innumerevoli diverse situazioni. Però era solo una sensazione, forse un desiderio inconscio e inconsapevole che però era ed è stato giusto farlo restare, consapevolmente, soltanto immaginario.

    Ve l'avevo detto, eh! Questa storia, questo pseudoracconto, secondo me non aveva molto senso e, se siete arrivati fin qui a leggere, penso che l'abbiate capito e penso di meritare anche qualche sano rimprovero.

    Ah, ecco! Cos'avrebbe detto il mio amico pescatore, di questi pensieri? Probabilmente nulla, avrebbe continuato a fumare, avrebbe scosso la testa e non mi avrebbe neanche passato da accendere. Per lui sarei stato senza speranza, almeno quel giorno.

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