Passa ai contenuti principali

Quanto ci vuole per tornare a casa?

Non è un periodo molto creativo, questo. Sarà la Primavera o la "Maledetta Primavera" [L. Goggi, op. cit.]? In realtà non sembra propriamente Primavera, oggi. Stavo guardando le gocce d'acqua che scorrevano sulle finestre e ripensavo al freddo appena preso mentre, nel rientrare in città con l'auto, sono stato costretto a parcheggiare piuttosto lontano e con l'unico ombrello a disposizione completamente distrutto dopo un improvviso incontro con la ruota di un autocarro. Il ritorno da Verona è stato del tutto normale e monotono, con poco traffico e con la A14 magicamente poco affollata dai soliti cantieri che spuntano normalmente come funghi.
L'ho visto il balcone di Giulietta, non avevo molto tempo, ma non potevo non andarci. Non so se quella che si vede in foto è davvero Giulietta, anche perchè non si è mai affacciata bene. Però ho un bel numero di dubbi, per una serie di motivi tra cui l'assenza di trecce e i capelli biondi oltre ad altri particolari notati successivamente che sarebbe inutile e noioso descrivere nel dettaglio. Ho colto anche l'occasione per perdermi, come al solito, lungo le stradine della città vecchia e lungo l'argine dell'Adige, anche se stavolta non avevo quell'entusiasmo che mi accompagna solitamente per questi periodici "itinerari-da-72-ore". Non so perchè, forse sarà per il motivo descritto all'inizio del post oppure per una strana stanchezza che mi fa compagnia in queste settimane. Vabbè, non voglio pensarci più di tanto, magari mi verrà in mente più in là, il motivo di tutto ciò. Comunque mi son rimesso in macchina abbastanza soddisfatto dei tre giorni passati e degli appunti presi, con la solita sequenza ho lasciato il parcheggio dell'albergo, non senza aver litigato con il sistema di apertura della sbarra, ho un po' imprecato contro il traffico caotico di (tutti) i centri urbani e, dopo aver mancato l'ingresso dell'autostrada per colpa delle mappe satellitari non aggiornate, ho iniziato un tranquillo viaggio. Tranquillo da tutti i punti di vista, stranamente. Si, stranamente, perchè in genere viaggio poche volte da solo e solitamente le ben note 4 chiacchiere tengono lontano la mente da labirinti contorti e imprevedibili. Stavolta no o meglio "quasi" no. Perchè in 500Km di cose te ne vengono parecchie in mente, le più svariate, che si susseguono con un ordine in genere piuttosto preciso e sequenziale. All'inizio pensi a dove hai messo le sigarette, l'auricolare, il telefono e la carta per pagare il pedaggio. Poi ti ricordi che forse era meglio fare rifornimento prima di entrare in autostrada. D'improvviso rammenti che hai lasciato l'accendino nella giacca che hai lasciato nel bagagliaio e che l'accendisigari dell'auto non l'avevi mai fatto riparare e poi ti fermi e ti vengono in mente altre amenità di questo tipo. Dopo aver risolto il problema organizzativo iniziale cominci a pensare alle scadenze, da quelle più urgenti a quelle più tranquille, fino a quelle incredibilmente lontane, ma a cui comunque pensi, però poco male, sai che non ci sono grosse cose fino a Pasqua, per fortuna. C'è la chiavetta con 4Gb di musica da ascoltare a random e ti rilassi un attimo, magari immagini che quest'anno avrai un po' più di tempo per le ferie e un po' più di voglia per andare in qualche amena località di vacanze, certo, in quel momento guardi la strada e ti immagini in coda su quella stessa autostrada sotto il sole cocente e con il climatizzatore rotto, ma che diamine, un po' di sano ottimismo ci vuole, no? Ti viene in mente anche dell'altro, magari il prossimo post da pubblicare o le prossime foto da mettere sul blog, già, che foto ci metto sul blog? Ah! Si, come no! Ovviamente il balcone di Giulietta, per dare un tocco di romanticismo al tutto, per far credere a tutti che, in fondo, sono anch'io uno stupido sentimentale. Poi che altro? Ecco! Il tachimetro, per dare l'idea del viaggio, per mostrare un frammento di quello che avevo davanti per quasi 5 ore [nota per le Forze dell'Ordine, la lancetta è rotta e non segna la velocità reale ;-)], un compagno di viaggio da guardare sempre con attenzione in questi tempi di tutor, telelaser e altre diavolerie del genere. E infine? Che altro? Giusto! Me l'avevano pure ricordato che nell'ultimo post avevo dimenticato un elemento importantissimo, stavolta ce ne metto due, così posso mostrare ciò che mi ha saziato a metà circa del viaggio e quello di cui mi sono rimpinzato dopo esser tornato alla base...
Non manca niente, vero? Magari fosse così, magari non mancasse nulla. C'è tutto il resto, ci sono tutto il resto dei pensieri che sono rimasti confinati tra l'autoradio, le notizie sul traffico e il soffitto della mia Marea dorata. Qualcosa l'ho fatta sfuggire, di tanto in tanto, semplicemente aprendo il finestrino per far circolare l'aria e per far uscire le nuvolette di fumo che si producevano di tanto in tanto...
Un'ultima chicca, m'è venuta in mente così per caso. Ho dato uno sguardo alle parole chiave con cui qualcuno è arrivato fino a me... Uno spasso, davvero. Soprattutto perchè alcune chiavi di ricerca son davvero curiose (no?).
1. cercatedicapire
2. capire
3. guardando in lontananza mi perdo
4. theswon
5. traduzione j'entends siffler le train
6. " vecchie botti"
7. "dalla testa ai piedi"
8. "fuoco sulla collina"
9. "le trombe
10. avvitamenti
11. carta da parate modello moya
12. cercate di capire
13. cercate di mettere un po' a posto
14. cercate una moto
15. cocullo 1 maggio
16. come capire l' interesse di un ragazzo
17. dettagli che fanno capire
18. differenze tra movimento statica lentezza
19. fco metallo
20. frasi di delusioni amico che ruba a casa mia
21. guardando in lontananza mi perdo...
22. il diavolo sulle colline
23. imparare ad ormeggiare la barca
24. ivan graziani fuoco sulla collina significato
25. j'entends siffler le train traduzione
26. j'entends siffler le train traduzione italiano
27. manicaretti
28. penne all arrabbiata storia
29. quanti km dura un auto
30. siffler le train traduzione
31. significato delle canzoni di fuoco sulla collina
32. traduzione testo j'entends siffler le train
33. tuffi papere
34. zuppa di peperoni arrosto

Commenti

M@Mi ha detto…
a proposito di "chiavi di ricerca", pagherei (si fa per dire) per sapere cosa cerca/no la/e persona/e che entra/no nel mio blog digitando "ratatouille hentai" ...


@_@" PAURA!

M@
Anonimo ha detto…
è un po' che non passo da queste parti... ma mi fa piacere sapere che ritrovo il tuo blog come lo lascio: distanze, riflessioni, buona cucina...
Raffa

Post popolari in questo blog

Le scarpette al chiodo

Queste sono le classiche scarpette-appese-al-chiodo , a dimostrazione della volontà di non giocare più a calcio. Ma lo sanno quasi tutti che questo modo di dire è oramai utilizzato un po' per tutti i casi in cui qualcuno ha deciso di mettere la parola fine ad una qualche attività, piacevole o no, in cui era impegnato da lungo tempo. In genere è una frase che viene intesa come un qualcosa di definitivo, nel senso che chi appende le scarpette al chiodo, ad esempio, non giocherà più a calcio. A volte però potrebbe esserci un significato meno drastico e a tale proposito penso sempre ad alcuni giocatori professionisti che ho avuto modo di conoscere, seppur superficialmente. Questi adesso continuano a giocare tra amici, guadagnando sicuramente meno, ma divertendosi di più e utilizzando, forse, scarpette diverse da quelle che avevano appeso. Provo spesso a fare mia questa seconda interpretazione del modo di dire di cui parliamo, interpretandolo in modo meno negativo e pensando che un'

Acqua alle papere

Uno dei modi migliori per buttare il proprio tempo è quello di andare in un parco pubblico provvisto di laghetto, con una buona scorta di pane avanzato o di biscotti. Poi basta solamente sedersi sullo steccato o su una panchina e tirare nell'acqua, molto lentamente, i pezzetti di pane o i biscotti, osservando le varie specie di volatili che si avvicinano, ovviamente ben felici della (per loro) grazia di dio che proviene inaspettatamente e senza fatica. In tutto questo si possono anche notare alcune variazioni sul tema, ad esempio possiamo notare che le oche (con il becco a punta), in genere, sono più rapide ad arrivare. Le anatre (quelle col becco appiattito, tipo "paperino") arrivano più defilate e timide e cercano di beccare qualcosa prima che le oche, solitamente più aggressive, le attacchino. Ci sono poi i cigni, con il loro movimento elegante e regale che non disdegnano un fugace e superbo passaggio, tanto per non essere da meno. Ci si possono passare anche pomerigg