Passa ai contenuti principali

Il diavolo sulle colline

Non mi passa la voglia di pubblicare immagini di luoghi antichi o, meglio, impregnati di quello che la mia mente continua a considerare affascinanti e malinconici. Soprattutto non mi passa il vizio di associare immagini e titoli perfettamente scoordinati tra di loro, ma forse questo succede perchè non sono un bravo blogger. Continuo a visitare spesso questo mondo e, in giro, vedo blog veramente notevoli, sia come contenuti che come grafica e, a volte, provo anche un po' di invidia...
Comunque, per tornare a noi, il titolo è legato al racconto centrale di un noto romanzo di Pavese. L'ho letto più di 20 anni fa e non so per quale motivo mi sia tornato in mente oggi, forse perchè il mio stato d'animo attuale mi ha portato fin lì? Può essere, ma nel farlo ho anche ricordato le emozioni che vivevo in quel periodo, un po' come succede quando si sentono quegli odori che ci ricordano inesorabilmente la nostra infanzia e adolescenza. Leggevo molto, allora, e spesso oggi mi chiedo una cosa molto semplice, quanto inutile e forse senza senso. Quanto influisce, su ognuno di noi, quello a cui ci appassioniamo nei primi anni in cui cominciamo a prendere coscienza delle cose? Se invece di leggere Pavese, Baudelaire e compagnia bella, avessi letto cose più allegre, come sarebbe stata la mia interpretazione della vita quotidiana, oggi? (E non faccio neanche menzione di quello che ascoltavo allora...).

Commenti

Anonimo ha detto…
Salve Try...
Grz di esser passato nella mia umile dimora.
Stò cercando di uscire dal "mio baratro" , ma nn è affatto facile,ma credo anche che nn sia impossibile, il tempo mi aiuterà ...:)
La song che trovi come sottofondo nella mia dimora è dei "Nightwish" e il brano è "Sleeping Sun"
Buona fine settimana e se puoi e vuoi torna a trovarmi...
_Fata Oscura_
Anonimo ha detto…
Nn importa se sia poco transitato... ti confesso che la troppa confusione mi irrita ;)
Notte
Besos

Post popolari in questo blog

Le scarpette al chiodo

Queste sono le classiche scarpette-appese-al-chiodo , a dimostrazione della volontà di non giocare più a calcio. Ma lo sanno quasi tutti che questo modo di dire è oramai utilizzato un po' per tutti i casi in cui qualcuno ha deciso di mettere la parola fine ad una qualche attività, piacevole o no, in cui era impegnato da lungo tempo. In genere è una frase che viene intesa come un qualcosa di definitivo, nel senso che chi appende le scarpette al chiodo, ad esempio, non giocherà più a calcio. A volte però potrebbe esserci un significato meno drastico e a tale proposito penso sempre ad alcuni giocatori professionisti che ho avuto modo di conoscere, seppur superficialmente. Questi adesso continuano a giocare tra amici, guadagnando sicuramente meno, ma divertendosi di più e utilizzando, forse, scarpette diverse da quelle che avevano appeso. Provo spesso a fare mia questa seconda interpretazione del modo di dire di cui parliamo, interpretandolo in modo meno negativo e pensando che un'

Acqua alle papere

Uno dei modi migliori per buttare il proprio tempo è quello di andare in un parco pubblico provvisto di laghetto, con una buona scorta di pane avanzato o di biscotti. Poi basta solamente sedersi sullo steccato o su una panchina e tirare nell'acqua, molto lentamente, i pezzetti di pane o i biscotti, osservando le varie specie di volatili che si avvicinano, ovviamente ben felici della (per loro) grazia di dio che proviene inaspettatamente e senza fatica. In tutto questo si possono anche notare alcune variazioni sul tema, ad esempio possiamo notare che le oche (con il becco a punta), in genere, sono più rapide ad arrivare. Le anatre (quelle col becco appiattito, tipo "paperino") arrivano più defilate e timide e cercano di beccare qualcosa prima che le oche, solitamente più aggressive, le attacchino. Ci sono poi i cigni, con il loro movimento elegante e regale che non disdegnano un fugace e superbo passaggio, tanto per non essere da meno. Ci si possono passare anche pomerigg