Partire è un po' morir? Spero di no, altrimenti a quest'ora dovrei essere già sepolto... Ma come si dirà in spagnolo? Sono un po' di volte che atterro nella penisola iberica e non l'ho ancora imparato. Certo, negli anni ho imparato alcune cose che, da bravo provinciale, mi hanno fatto anche sorridere un po', come quando ho scoperto che "salida" significa "uscita" dopo aver inutilmente cercato l'ascensore in un albergo di Pamplona, uscendo più volte all'esterno di esso. Dopo le altre tre volte ho imparato (non la lingua, ovviamente, ma solo i semplici messaggi di direzione), a Lisbona ho imparato che lo spagnolo e il portoghese sono molto diversi, imparerò qualcos'altro stavolta? Chissà, forse sì, forse no. Però non era di questo che volevo parlare, mi sono fatto un attimo trascinare dal panico pre-volo e cercavo di scacciarlo mettendo insieme un po' di sane sciocchezze, di quelle che mi riescono tanto bene...
Oggi ho fatto un viaggetto nello scatolone delle vecchie foto, lì sì che partire è un po' morir, anche se a volte è anche un po' "resuscitar", dipende da come le vedi, dipende da come stai e dipende da quale sequenza casuale di esse ti capita davanti. Ovvio, perchè nelle foto digitali uno ha delle date, dei codici o qualche altra diavoleria che permette di creare una sequenza logica e coerente (almeno per me che sono un catalogatore di tutto). Non è lo stesso per le "vecchie" foto con i negativi. Non è lo stesso perche, spesso, esse vengono buttate in un contenitore, guardate di tanto in tanto e, in quel "tanto in tanto", mescolate alla rinfusa. Ne ho tirata fuori qualcuna, oggi. Nel tirarle fuori ho deciso di passarne qualcuna allo scanner, ma poi mi son fermato, non so perchè, forse perchè non ho ancora la forza o il coraggio per ricostruire una parte del mio vissuto. Ognuno di noi crea le proprie difese, i suoi ambiti di vita e le proprie barriere per proteggersi da quella cosa improvvisa, imprevedibile e a volte devastante che va sotto il nome di "sentimenti", "emozioni", "rimpianti" e tutto il resto.
Comunque stavolta mi tocca dare un senso e un significato alle imagini che ho pubblicato, c'è la prima, credo scattata intorno al 1979, che fa parte del periodo in cui mi divertivo a giocare con i filtri del b/n, molte idee in più, molte illusioni in più, molte speranze in più e molti capelli in più (oddio, non è che oggi io mi possa lamentare, per i capelli...). La seconda è del 1993, estate ad 8000 Km da qui. Non ve le dico quante candeline c'erano sulla torta, allora. Diciamo che le illusioni, allora, erano più delle candeline, quest'oggi sarebbero al massimo le stesse e, di fatto, scendono di numero anno per anno (però oramai non me ne preoccupo più). La successiva è una delle solite immagini legate alla mia fissa di fotografare le scritte sui muri o sugli oggetti. Mi ha commosso quello che ho letto. Quel blocco metallico su cui è stato scritto ha appena 72 ore di vita e qualcuna ci ha già scritto qualcosa. Quella qualcuna non la conoscerò mai, forse, ma vorrei che quel tesoro di sorriso durasse, almeno per lei, tutta la vita.
... E l'ultima foto? Eh, l'autoscatto di spalle non è il mio forte, ho ancora molta tecnica da imparare... Per fortuna avevo le mie sigarette, le mie barrette di cioccolata e una sana voglia di appoggiare la schiena allo scoglio e fare finta di pescare. Il pescatore vero è passato più tardi e non mi ha detto nulla. Ma non ce n'era bisogno, oramai ci capiamo a volo, le mie sigarette sono anche le sue e viceversa. Però lo invidio, la serenità è qualcosa che non ancora abbiamo in comune e quello in difetto non è lui.
Commenti
Qualche volta vorrei osare dirti: "butta tutto" ... ma mi rendo conto che il tuo mondo è troppo vasto e prezioso per una cosa del genere...
E' come se fosse uno spreco, e aver raccolto tante immagini sarebbe stato per niente, quindi taccio...
solo che fa male...
molto.
Buona permanenza iberica, ma soprattutto, buon rientro!
^_^
M@
Poi ho scoperto che, nella mia testa, le foto hanno anche un significato "artistico" e, per uno come me che di arte non capisce nulla, rappresentano una delle poche espressioni del mio pensiero e uno dei pochi modi per ricordare momenti ed emozioni.
Grazie :-) Proverò a fare qualche foto anche lì e magari proverò a scrivere qualcosa anche "in trasferta"...
Try
non so se sia una frase già detta, questa, ma è davvero come avere un porcospino sul cuore...
e ci sono cose che lo fanno rotolare lì sopra più che mai...
era per questo...
Sicuramente però tu le vivi in modo diverso, perchè la tua non è solo malinconia, nostalgia , saudade... ma c'è un senso di "appartenenza", mi pare di percepire almeno, che andrebbe perso se le distruggessi davvero...
Non è solo "questa cosa è accaduta" ma "questa cosa io sono"...
non riesco a spiegarmi meglio...
Quindi, mi sa che, oramai, tu e il tuo porcospino siete una cosa sola...
:hug:
M@
ah! dimenticavo, un favorone... una reliquia di Zapatero si potrebbe avere?
:)
M@
dicevo che secondo me era "partir es un poco como morir".
e poi dicevo che questo e' uno dei post piu' belli che hai scritto.
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