La fontanella
Oggi sono passato di là, come faccio abbastanza spesso, con il solito intento di godermi la veduta della vallata con lo stupendo colpo d'occhio che si presenta in queste giornate di fine estate e cercavo qualcosa che mi aiutasse a ricordare i dettagli che vedevo da piccolo. Ho provato di tutto: ho chiuso gli occhi, ho bevuto alla fontana, ho aspettato il fischio del treno in lontananza, ma non è successo nulla...
Poi è accaduto l'imprevisto, un gruppetto di bimbi aveva deciso di giocare a rincorrersi e alcuni lo facevano con un vociare a dir poco assordante, tanto che una donna del posto, che conosco, si è affacciata alla finestra per farli smettere. L'ho chiamata, salutandola, e l'ho pregata di non farlo, almeno per qualche minuto. Perchè in quel momento ho visto il colore delle case sbiadire e tornare a quello della pietra naturale, ho visto le mattonelle altamente tecnologiche della piazza trasformarsi nei vecchi sampietrini, ho sentito di nuovo il chiocciare delle galline di una vicina aia che ora non c'è più e ho sentito l'odore della legna bruciata nei camini. Poi mi sono fermato, per fortuna, è troppo per oggi. La signora ha "convinto" i bimbi ad andare altrove e mi ha salutato incuriosita, ma senza il coraggio o la voglia di chiedermi nulla. I colori sono tornati come prima e tutto il resto ha ripreso il corso naturale degli eventi. E' troppo, per oggi, l'ho già detto, ma tornerò di nuovo lì o altrove e aspetterò qualcuno o qualcosa che mi rimandi un po' a spasso nel tempo, con la consapevolezza e, in fondo, la serenità di restarci solo lo stretto necessario.
Commenti
Diciamo che ero bloccato, nel tentare una risposta o un commento. Infastidito no, sono i tuoi sentimenti, quelli che hai immesso lì e sarebbe strano se ci si infastidisse per quello.
Bloccato, in un certo senso, invece si. C'era una specie di cappa che lasciava uscire solo i pensieri, tuoi, più angoscianti e, ma solo in quel post, la tristezza era totale. Non sono bravo ad aiutare le persone, ne mi sento nel diritto di farlo, ma ti assicuro che in quell'occasione non ho avuto neanche la capacità di aggiungere altro...
Ho capito cosa intendevi per acchiapparello, me l'ero quasi dimenticato! Sai qual è la stranezza? Era un gioco che mi piaceva fino a quando si riusciva a correre. Quando ci si catturava c'era meno gusto, ma il fiatone che restava, alla fine, in effetti era molto "terapeutico". Sai che c'era un tizio che sosteneva che una delle migliori cure per gli attacchi di panico è la corsa?
Molti sorrisi, anche sotto la pioggia!
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